Fabrizio Corona è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato” dal giudice di Milano Daniela Clemente dall’accusa di diffamazione contro Selvaggia Lucarelli. Al centro del processo ci sono delle dichiarazioni rese quando era ospite di una trasmissione televisiva e due post pubblicati su Instagram. Stando all’imputazione, Corona avrebbe offeso la reputazione della giornalista. “Penso che abbia accanimento e frustrazione contro di me e anche un po’ di gelosia perché non ci sono mai stato, sono anni e anni che vuole il mio corpo e io non glielo do”, alcune delle parole contestate all’ex re dei paparazzi che era stato denunciato. E stata la stessa Vpo (vice procuratore onorario) a chiedere l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato ritenendo le risposte date da Corona nelle tre diverse occasioni una “reazione, una risposta a una critica”.
Di diverso avviso il legale della Lucarelli, Gian Filippo Schiaffino che ritiene le parole “Accanimento e frustrazione un’offesa di natura sessista” e rendono “l’elemento della diffamazione oggettivo”. Il difensore Ivano Chiesa, che si è associato alla richiesta di assoluzione, ha sostenuto in aula che c’è un limite alla critica “ed è il rispetto della dignità degli altri. Se fai l’odiatrice preparati che un giorno qualcuno ti dice basta”. Corona, che non ha assistito alla sentenza, ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee: questi tipi processo “non possono intasare le aule dei tribunali, io conosco la legge e in queste aule ho rischiato anni e anni di vita”. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.