Per i malati di tumore al pancreas il concetto di tempo è fondamentale perché una diagnosi precoce può salvare la vita: riconoscere i campanelli di allarme e i fattori di rischio può aiutare a diagnosticare tempestivamente questa patologia e renderla operabile. Per questo, anche quest’anno, l’hashtag che accompagna la campagna promossa dalla World pancreatic cancer coalition per informare l’opinione pubblica e sensibilizzare le istituzioni sul tumore al pancreas è #ItsAboutTime. Oggi più che mai è urgente acquisire consapevolezza sulla gravità di questa patologia, anche in considerazione di quanto accaduto in questi ultimi due anni a causa dell’emergenza sanitaria che ha coinvolto il mondo intero: la pandemia di Covid-19, infatti, ha portato ad apprezzare il tempo in modo diverso.
Il tumore al pancreas – ricorda una nota – è attualmente la terza causa di morte oncologica e si avvia a diventare la seconda. Nel 2021 in Italia sono stimati circa 12.900 decessi, un numero che purtroppo è destinato ad aumentare. Gli investimenti in ricerca però non tengono il passo con questi numeri: meno del 2% di tutti i finanziamenti per la ricerca sul cancro in Europa sono destinati a questa tipologia di tumore. Intercettare il tumore al pancreas nella sua fase iniziale è dunque fondamentale. Per oltre la metà dei pazienti, infatti, la diagnosi arriva tardivamente perché spesso la malattia si presenta in forma asintomatica oppure perché i sintomi non sono facilmente riconducibili alla malattia. Per questo, spesso, al momento della diagnosi il quadro clinico è già fortemente compromesso.
La chemioterapia è oggi, insieme alla chirurgia, la più importante arma a disposizione contro il tumore al pancreas. Quest’ultima in particolare può essere molto utile, ma anche molto dannosa, se l’ospedale non è adeguato. Il rischio più grave, infatti, è proprio la mortalità operatoria che varia da centro a centro, passando da percentuali che vanno dal 2% fino a toccare punte del 25%.
Per far fronte a tutto questo, le associazioni che promuovono la campagna #ItsAboutTime – Fondazione Nadia Valsecchi, Oltre la Ricerca Odv, Codice Viola, Nastro Viola, Associazione Pierluigi Natalucci Insieme per l’Arte e la Scienza, My Everest, Associazione italiana studio pancreas (Aisp)) – hanno deciso di fare fronte comune e anche quest’anno nel mese di novembre (mese dedicato alla lotta contro questo tumore), hanno avviato una serie di iniziative volte ad accendere i riflettori su una patologia molto aggressiva e ancora troppo poco conosciuta lanciando un messaggio importante: è necessaria una svolta affinché una diagnosi di tumore al pancreas non rappresenti più una condanna.
Il 18 novembre si celebrerà la Giornata mondiale della lotta contro il tumore al pancreas, e per l’occasione si terrà, alle 19, un evento in live streaming organizzato dalle associazioni pazienti (accessibile sulla pagina Facebook ‘Giornata mondiale tumore al pancreas’) in cui i pazienti racconteranno le loro esperienze e le loro problematiche durante il percorso di cura. La Giornata, istituita nel 2014, ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione su questa patologia ancora poco conosciuta ma dai numeri ‘pesanti’. Secondo il rapporto 2021 dell’Associazione italiana registri tumori, ogni anno sono 14.300 circa le diagnosi in Italia per tumore al pancreas, con numeri in aumento: +3,0% per gli uomini e +3,4% per le donne, in particolare nelle fasce di età sopra i 70 anni. E la pandemia ha avuto un effetto devastante per i malati: in un quadro già critico si è inserita a gamba tesa un’emergenza sanitaria che ha portato a diagnosi tardive, a interventi rimandati e ad una generale diffidenza a farsi visitare negli ospedali o nelle cliniche.
È per questo che da tempo le associazioni italiane dei pazienti affetti da tumore al pancreas chiedono a gran voce l’istituzione delle Pancreas unit, centri selezionati per qualità delle cure e per numero di pazienti trattati che possano garantire un team multidisciplinare adeguato e competente per la cura composto da chirurghi, oncologi, endoscopisti, radiologi, radioterapisti, gastroenterologi, patologi, nutrizionisti, psico-oncologi, palliativisti, diabetologi.