“La terza dose di vaccino previene l’infezione con efficacia elevatissima”. Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, si sofferma sulle caratteristiche del vaccino covid e sull’efficacia della terza dose. “Abbiamo un vaccino disegnato su un virus che circolava due anni e mezzo fa, ha ancora la capacità di proteggerci nel 90% dell’evento grave. Parlare di immunità di gregge non ha più significato. Lo aveva quando le comunità regionali vivevano in un certo isolamento, oggi non c’è angolo del pianeta che non sia popolato. Non si può pensare di estinguere la circolazione del virus con 5 miliardi di persone ancora da non vaccinare o continenti ancora non vaccinati”, dice il professor Palù intervenendo al punto stampa del governatore del Veneto, Luca Zaia.
Dopo 6 mesi, secondo gli studi, “c’è un calo della protezione dall’infezione. Se circolasse ancora il virus di Wuhan avremmo una protezione al 95% dall’infezione. Ora però circola la variante Delta, che è più contagiosa e fonde molto rapidamente il virus con la cellula. Non ha senso parlare di immunità di gregge vista la presenza di questa variante, diventata dominante in tutto il mondo anche rispetto ad altre varianti più immunoevasive. Il virus si sta adattando per diventare endemico”, afferma ancora.
“La terza dose, ma che cavolo è? E’ qualcosa di nuovo? No. Esiste da quando pratichiamo la vaccinologia come scienza. Tutti i vaccini hanno una terza dose, si fa a 6 mesi dalla seconda dose e si chiama ‘booster’. Dopo la terza dose abbiamo un’esplosione di 10 volte della risposta umorale e cellulare”, dice Palù. “Questa terza dose, fatta col vaccino disegnato sul virus di 2 anni fa, copre tutti i mutanti a livello di infezione: previene l’infezione con efficacia elevatissima. Poi non esiste un vaccino che protegga al 100%, perché non tutti hanno i geni per stimolare la risposta”, prosegue.
Capitolo green pass: “Che problema c’è a commutare il green pass in certificato vaccinale? Il green pass è stato una scelta eccellente di politica sanitaria ed economica”.