Non passano certo inosservati, in un governo europeista come quello guidato da Mario Draghi, i rilievi della Commissione europea sulla riforma del sistema delle concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari, dopo la decisione del governo di tenere le ‘spiagge’ fuori da ddl concorrenza, approvato ieri in Consiglio dei ministri. Le parole della portavoce per il Mercato interno della Commissione, Sonya Gospodinova, oggi durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario, sono arrivate forti e chiare a Roma.
“La Commissione europea è al corrente dei recenti sviluppi nella legislazione italiana. E’ prerogativa delle autorità italiane – ha detto la portavoce – decidere come affrontare la riforma del regime delle concessioni balneari”. Ma il governo non intende certo restare con le mani in mano. Mentre la Lega parla di pericolo sventato, in realtà, spiegano fonti di governo, la linea non è lasciare il nodo balneari in stand-by, passando la ‘patata bollente’ al prossimo esecutivo. Bensì attendere la sentenza del Consiglio di Stato, e, in base a quella, calibrare l’intervento da attuare, così da muoversi nel tracciato di quanto deciderà l’organo di giustizia amministrativa guidato da Filippo Patroni Griffi.
Chiamato a pronunciarsi, bene ricordarlo, sull’applicazione della legge di Bilancio 2019 -siamo al governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte- che ha prolungato fino al 2034 le attuali concessioni demaniali marittime, un business che tocca circa diecimila stabilimenti balneari. Un prolungamento dei tempi di ben 15 anni rispetto al quale l’Antitrust ha chiesto al governo una modifica urgente.
Il pallino è nelle mani del Consiglio di Stato, anche se, al momento, una delle ipotesi più accreditate è il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia europea. Con tempi supplementari che finirebbero per far slittare anche un eventuale intervento dell’esecutivo.
Le spiagge, in realtà, nel provvedimento varato dal governo ieri non sono state totalmente bypassate. Rientrano, infatti, nell”operazione trasparenza’ voluta da Draghi, con una ‘mappatura’ delle concessioni, a partire da durata e canone, che potranno essere note a qualsiasi cittadino decida di venirne a conoscenza.
Le spiagge, inoltre -viene spiegato da chi è vicino al dossier – non hanno alcuna condizionalità sul Recovery e i fondi legati al Next Generation Eu: la riforma della concorrenza che ha ottenuto il disco verde del Cdm risponde alle richieste di Bruxelles, il Pnrr, e le risorse che ne conseguono, non risentirà certo dell’assenza di regole nuove per le concessioni balneari.