Da una parte la gratitudine e la stima nei confronti di Ettore Licheri, l’ormai ex capogruppo considerato un ‘contiano’ di ferro; dall’altra la consapevolezza del consenso che si stava raccogliendo attorno a Mariolina Castellone, e la scommessa di puntare sulla tenace ricercatrice campana per il nuovo corso del Movimento. Alla fine Giuseppe Conte, nella riunione fiume che si è tenuta ieri alla Camera negli uffici del Movimento 5 Stelle, scioglie l’impasse sull’elezione del nuovo presidente del gruppo M5S al Senato, che rischiava di diventare una brutta gatta da pelare: sarà Castellone la nuova capogruppo, grazie al passo indietro di Licheri. “Una trattativa lunga e difficile”, raccontano all’Adnkronos, quella che ha visto protagonisti il leader M5S e i due candidati alla presidenza del direttivo. Entrambi determinati a giocarsi la partita fino in fondo.
Nelle ore precedenti erano circolate diverse ipotesi: dal ‘ticket’, che avrebbe previsto una sorta di alternanza tra Licheri e Castellone alla guida del gruppo, alla scelta di un terzo nome pur di uscire dallo stallo. Alla fine tocca a Conte mediare per dipanare la matassa: “Lasciamo spazio a Mariolina”. Seguono le dichiarazioni alla stampa del leader, con tanto di abbraccio tra Licheri e Castellone a favore di telecamere. Molti dopo la mossa di Conte tirano un sospiro di sollievo: “Era la scelta giusta, soprattutto in vista del voto sul Quirinale: la spaccatura del gruppo è stata scongiurata”, commenta un eletto. “Mariolina è sempre stata una interprete del nuovo corso targato Conte”, rimarcano fonti del Movimento, sottolineando come i “retroscena che la dipingono come ‘dimaiana’” siano “lontani dalla realtà”.
La soglia di guardia resta alta perché a Montecitorio, a dicembre, si giocherà forse il match più difficile, quello del rinnovo del direttivo grillino. Il primo tempo si è concluso con il rifiuto del capogruppo Davide Crippa di anticipare la fine del suo mandato: mossa che ha scoperchiato il vaso di Pandora delle divisioni interne al gruppo pentastellato, facendo suonare un campanello d’allarme in vista dell’elezione del Presidente della Repubblica in programma a gennaio. Al Senato per ora la falla è stata tamponata e da Licheri oggi arrivano parole d’elogio per la sfidante: “E’ una collega capace e caparbia: sono certo che sarà un’ottima guida per il nostro gruppo”.
“Ieri sera, davanti al presidente Giuseppe Conte e Mariolina Castellone – racconta Licheri- ho deciso di ritirare la mia ricandidatura a capogruppo del Senato. E l’ho fatto per ribadire un concetto ben preciso: esiste solo un Movimento 5 Stelle e non sono concepibili declinazioni difformi da esso. Dico questo a tutti coloro che in questi giorni hanno immaginato presunte fazioni o divisioni che, in verità, non ci sono mai state”.
Ora però all’orizzonte su profila lo scoglio dell’elezione del capogruppo alla Camera. Il direttivo uscente ha confermato Davide Crippa fino a dicembre, in anticipo rispetto alla scadenza di gennaio: Conte avrebbe voluto che l’elezione si celebrasse contestualmente a quella del Senato ma così non è stato. La partita si preannuncia potenzialmente esplosiva.
Crippa non ha ancora deciso se ricandidarsi o meno: qualora il presidente dei deputati M5S – sgradito all’ala ‘contiana’ – dovesse correre per un nuovo mandato (il terzo) il livello dello scontro si alzerebbe. Anche per questo motivo l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, possibile candidato alla successione di Crippa, starebbe seriamente prendendo in considerazione l’idea di sfilarsi dalla corsa. Circostanza che darebbe nuova linfa all’ipotesi di una candidatura dell’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, esclusa all’ultimo dalla cinquina dei vicepresidenti M5S scelti da Conte. Tra gli altri possibili candidati anche Vittoria Baldino e Angelo Tofalo.
(di Antonio Atte)