Scoppia il ‘caso terza dose Moderna’, sollevato dalla trasmissione di Rai 3 ‘Report’. “Credo che l’interpretazione corretta”, dice all’Adnkronos Salute Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, “sia che la terza dose” anti-Covid, intesa come dose addizionale, “da somministrare alle persone che hanno fattori di rischio importanti o sono ultra 80enni, è una dose intera che vale come seguito della seconda”, a completamento del ciclo di vaccinazione primario, “e serve appunto per chi ha sviluppato risposte scarse” dopo le prime due dosi. Per queste persone è dunque sensato prevedere una terza dose intera.
“Per tutti gli altri, invece, che non hanno fattori di rischio e hanno meno di 80 anni, l’idea è quella di fare un richiamo” cosiddetto booster “che non è mai una dose intera”, ma nel caso di Moderna è mezza dose.