Omicidio a Montello, fermato uno dei capi della spedizione: si nascondeva tra i feriti
Latina. Indagine lampo della Polizia sulla morte del bracciante di 29 anni. In carcere un indiano di Borgo Bainsizza, inchiodato dalle testimonianze. Una veloce indagine portata avanti senza sosta dagli investigatori della Questura, ha prodotto ieri un primo fermo per l’agguato costato la vita a Jaseer Singh, bracciante agricolo indiano di 29 anni. In carcere è finito un suo connazionale, uno degli uomini che guidavano la spedizione punitiva nella vecchia casa colonica durante la festa organizzata per la nascita del figlio della vittima.
Una svolta che non ferma l’attività di ricostruzione della Polizia – coordinata dal sostituto procuratore Marco Giancristofaro – al lavoro senza sosta dalla notte della tragedia per arrivare all’identificazione di tutti gli autori della brutale aggressione sfociata in rissa.
Le manette sono scattate ai polsi di uno degli indiani finiti in ospedale l’altra notte, uno di quelli feriti in maniera meno grave. Perché nel parapiglia, anche gli uomini arrivati in strada Monfalcone per consumare una vendetta , ancora tutta da chiarire, si erano ritrovati a dover fronteggiare la resistenza di chi ha subito la folle aggressione. E quando sono intervenuti i soccorritori, tutti i feriti hanno ricevuto l’assistenza sanitaria del caso, al di là che avessero iniziato a menare per primi o si fossero difesi: il cittadino indiano sottoposto a fermo perché indiziato del delitto di omicidio, ha riportato varie lesioni e la frattura di un braccio, con un quadro clinico che non ha richiesto il ricovero nell’ospedale di Velletri dov’era stato trasportato, anzi ha consentito le dimissioni nella mattinata stessa di ieri.