“L’aumento dei contagi non mi preoccupa per nulla. In ospedale nel 99% dei casi arrivano persone non vaccinate che manifestano una forma di malattia che fortunatamente non ha le caratteristiche dell’anno scorso”. Il professor Alberto Zangrillo, primario di rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, fotografa così la situazione del covid in Italia intervenendo a Quarta Repubblica. “Nei tamponi eseguiti quotidiani rileviamo una percentuale di contagiati che non arrivano in ospedale. Noi medici, che facciamo un lavoro appassiona perché ci piace, dobbiamo dire la verità. Fortunatamente, grazie alla vaccinazione, possiamo andare a testa alta e possiamo dire di aver fatto scuola e di contenere il numero delle persone che arrivano in ospedale perché hanno realmente bisogno”, dice Zangrillo.
“In ospedale arrivano persone che hanno affezioni delle prime vie respiratorie, sono prevalentemente anziani, nel 99% dei casi sono persone non vaccinate che manifestano una forma di malattia che fortunatamente non ha le caratteristiche dell’anno scorso, in qualche modo è comunque mutata. Finalmente possiamo dedicarci alle altre patologie: in questo momento ci preoccupano le enormi liste di attesa di malati che nulla hanno a che fare con il covid. Continuare a vedere il numero dei contagi quotidiano come prima, seconda o terza notizia ci interessa pochissimo”, aggiunge.
Resta d’attualità la discussione sulle origini del coronavirus. “Un organismo istituzionale americano, il National Intelligence Council, è stato incaricato di andare a capire come, dove e quando è nato il covid. Ci sono ancora molti punti interrogativi. Un articolo online su Time Magazine dice che interrogarsi ora sull’argomento è come andare sulla scena di un crimine con 2 anni di ritardo. C’è una carenza di informazioni, non è propriamente consueto che i nostri amici cinesi dicano tutto cià che accade”, afferma. “E’ quasi certo che non sia stato costruito in laboratorio, ma ci sono ancora punti interrogativi” sull’ipotesi “che possa essere avvenuto un incidente. Questo ci impone un ragionamento molto serio: dobbiamo essere pronti in futuro ad affrontare situazioni analoghe in futuro, senza paura ma con organizzazione”.
Zangrillo insiste sull’importanza di un’informazione equilibrata. “Arriverà l’influenza, qualche maestro virologo ha già tentato di spaventare gli italiani dicendo ‘vedrete cosa succede, mi aspetto 6 milioni di contagi’. E’ una supposizione completamente falsa”, dice. “Noi stiamo particolarmente attenti a cosa accade nell’emisfero australe. L’influenza è un’epidemia perenne: in Australia lo scorso anno a luglio ed agosto si contavano 190 e 126 casi di influenza segnalati come episodi sentinella, quest’anno ne abbiamo 52 e 1 in tutta l’agosto. Dire che ci aspettiamo 6 milioni di casi in Italia, vuol dire che hai sbagliato mestiere e non devi fare il medico. So che dopo di me si scatenerà il dibattito, io mi assumo la responsabilità di dire quello che accade partendo da dati reali”.