E’ inutile nasconderlo, per ovvi motivi, ormai la Cina è ‘osservata speciale’ da parte degli Stati Uniti i quali, ‘come da tradizione’, continuano ad opporre all’espansione ‘territoriale e commerciale’ del nemico di turno (oggi Pechino), ‘avvertimenti’ più o meno velati.
Intendiamoci, superati ormai i tempi della ‘guerra fredda’ (che li vide opposti all’allora Urss per decenni), in realtà oggi è il mercato – export in primis – a fare la differenza.
Dunque, consci che un conflitto armato non potrebbe a nulla, se non a peggiorare la situazione (e fra l’altro la Cina dispone di formidabili mezzi tecnici e milioni di uomini), ‘intenerisce’ un po’ leggere le affermazioni del presidente Biden che, rinverdendo ‘l’old style modello Vietnam’, si rivolge alla Cina prima con toni duri… per poi ammorbidirsi.
Nulla di che per carità, questa è la regola, però ancora una volta denota la poca ‘praticità’ di questa amministrazione rispetto alla politica estera, che non può reiterarsi in eterno con modalità e stilemi ormai superati.
Taiwan: per Xi è “Una provincia ribelle”, Biden: “Pronti ad intervenire, abbiamo un impegno su questo”
Ad ogni modo, stamane il numero uno della Casa Bianca ha ‘avvertito’ che, qualora la Cina decidesse di staccare Taiwan, gli Usa son primi a correre in soccorso: ”Abbiamo un impegno su questo”, ha replicato Biden al suo omonimo cinese (Xi Jinping, orma preda di deliri di onnipotenza), il quale ha rimarcato che si tratta di un’opzione “inevitabile” questa “riunificazione”, in quanto Taiwan, altro non sarebbe che una “provincia ribelle”.
Biden: “Continueremo a sostenere l’autodifesa di Taiwan ed a opporsi a qualsiasi modifica unilaterale dello status quo”
Tuttavia Biden ha fatto intendere che praticamente non è una questione ‘personale’, ma la naturale ‘vocazione’ del suo Paese, a correre in difesa dei soprusi: come spiegano infatti fonti interne all’amministrazione, “non ha annunciato alcun cambiamento nella nostra politica, non c’è alcun cambiamento” in quanto, gli Usa continueranno a “sostenere l’autodifesa di Taiwan ed a opporsi a qualsiasi modifica unilaterale dello status quo”.
A tal proposito è stato anche ricordato che, in ragione del ‘Taiwan Relations Act’ (un accordo secondo cui gli Usa prestano aiuto nella difesa a Taiwan), dall’America vengono inviate all’isola armi e mezzi.
Biden: “L’esercito Usa è il più potente della storia, non temo nulla se non un’escalation che rischi di coinvolgere anche altri paesi”
Poi, puntualmente, il presidente americano ha tenuto a rimarcare che l’esercito Usa è il “più potente della storia”, e dunque – non tanto per un eventuale conflitto militare internazionale con la Cina – ma, è dell’escalation che ne deriverebbe, che bisognerebbe “preoccuparsi”, alludendo ad un possibile coinvolgimento anche da parte della Russia od altri, coinvolti in “attività che li mettano in una posizione in cui potrebbero commettere un grave errore”.
Biden: “Non voglio una guerra fredda con la Cina, ma sappia che noi non faremo passi indietro”
Quindi, dopo aver dato pubblica dimostrazione della sua ‘autorità internazionale’, Biden ha ‘però dichiarato’ che ”Non voglio una guerra fredda con la Cina. Ho parlato e passato più tempo con Xi di qualsiasi altro leader al mondo. Voglio che la Cina capisca che non faremo passi indietro e non cambieremo nessuno dei nostri punti di vista“.
Pechino: “Taiwan è un affare assolutamente interno della Cina, che non tollera interferenze esterne”
Dichiarazioni, quello di Biden, rispetto alle quali da Pechino Wang Wenbin (portavoce del ministero degli Esteri), ha replicato chiedendo di “non mandare segnali sbagliati” in quanto Taiwan “è parte inalienabile del territorio cinese e la questione di Taiwan è un affare assolutamente interno della Cina, che non tollera interferenze esterne”.
Pechino: “Non sottovalutare la nostra determinazione nel salvaguardare la nostra sovranità ed integrità territoriale”
Ed ancora, ”Sulle questioni che riguardano la sovranità e l’integrità territoriale della Cina e altri interessi fondamentali – ha aggiunto Wang Wenbin – non c’è spazio per concessioni o compromessi per la Cina. Nessuno dovrebbe sottovalutare la nostra ferma determinazione e forte capacità nel salvaguardare la nostra sovranità e l’integrità territoriale”. Infine, tenendo anch’essa a ‘smorzare’ i toni, la diplomazia cinese invita gli Usa a “parlare con prudenza sulla questione di Taiwan, astenendosi dall’inviare messaggi sbagliati alle forze per l’indipendenza di Taiwan e da danneggiare le relazioni tra le due potenze, e la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”.
Max