Se non si agisce subito per fermare il contagio Covid-19, si rischia “una crisi profonda” nei prossimi 3 mesi. A lanciare l’allarme è la Sanità britannica che chiede al premier Boris Johnson di varare al più presto restrizioni anti-Covid prima che la situazione precipiti. Ma per ora il governo non ha nessuna intenzione di farlo. “Riteniamo che non sia il momento di passare al piano B”, ha commentato il ministro dell’Industria Kwasi Kwarteng, intervistato in proposito dalla ‘Bbc’.
“Siamo al limite ed è solo la metà di ottobre. Servirà molta fortuna per non trovarci nel pieno di una profonda crisi nei prossimi 3 mesi”, ha detto oggi But Matthew Taylor, capo della della Nhs Confederation, che riunisce tutti i sistemi sanitari del Regno Unito. Intervistato dal ‘Guardian’, Taylor ha chiesto al governo di adottare con urgenza il cosiddetto piano B per l’inverno: obbligo di mascherina in diversi luoghi, ritorno allo smart working e se necessario anche il Green pass. Serve inoltre, ha avvertito, ritornare ad uno spirito di “mobilitazione nazionale”, evitando “i comportamenti rischiosi”.
Taylor è intervenuto dopo che ieri la Gran Bretagna ha registrato 223 morti per Covid, il dato più alzo da marzo, e mentre negli ultimi 7 giorni vi è stata una media di 44.145 nuovi casi ogni 24 ore. C’è inoltre una situazione sempre più difficile nei pronto soccorso e nei servizi di emergenza, con attese per le ambulanze che arrivano fino a 6 ore. Per ora tuttavia il governo vuole mantenere il piano A, ovvero tenere tutto aperto, senza obbligo di mascherina, e proseguire con la vaccinazione contro Covid e influenza stagionale. Anche se la vaccinazione ha ridotto la percentuale di ricoveri e morti rispetto ai contagi, l’arrivo dell’inverno potrebbe però peggiorare notevolmente la situazione, come avverte Taylor.