“Sento che la città sta reagendo e vi chiedo dunque di andare a votare, ci andiamo a riprendere il Campidoglio!”, grida Enrico Michetti al termine del suo intervento dal palco allestito dal centrodestra in Campo deì Fiori, davanti alla statua di Giordano Bruno, il filosofo di Nola ucciso dall’Inquisizione. Nel giorno di chiusura della campagna elettorale del ‘tribuno della radio’ ci sono tutti i leader della coalizione. Giorgia Meloni innanzitutto, che lo ha fortemente voluto sin dal primo momento come candidato sindaco, è in ‘presenza’, insieme al coordinatore nazionale di Fi, Antonio Tajani, mentre Matteo Salvini e Silvio Berlusconi partecipano all’iniziativa ‘da remoto’: il numero uno della Lega è collegato in video da Varese, il Cav al telefono da Arcore. La piazza si riempie verso la fine, sventolano i tricolori, alcune bandiere di Fdi e di Forza Italia, qualcuna del Carroccio.
Anche se i bookmakers dei palazzi danno per favorito Roberto Gualtieri al ballottaggio, Meloni e Salvini ci credono e dicono all’unisono ”la partita è ancora aperta”, incrociando le dita nella speranza che alla fine il ”miracolo” si compia, come ammette lo stesso ‘Capitano’ che prende la parola prima dell’alleata: ”Daje Enrico, serve un piccolo grande miracolo: a volte Davide vince contro Golia, hanno schierato di tutto, i giornali, le corazzate, Gualtieri è il sistema, penso che a questo giro possiamo farcela”. E ancora: ”Ho la sensazione che si possa fare qualcosa di straordinario come una finale di Champions vinta ai calci di rigore, possiamo ribaltare un risultato che a sinistra danno già per scontato, le ultime 48 ore si devono usare per chiamare con i telefonini gli amici e andare a votare”.
Anche Meloni, soprattutto lei che ci ha messo la faccia più di altri, scommette che alla fine l’avvocato amministrativista prestato alla politica possa spuntarla, nonostante le roventi polemiche legate al caso Fanpage e alla presenza dei vertici di Forza Nuova agli scontri di sabato scorso: ”La partita è ancora aperta, non solo qui a Roma. La sinistra non ci fa paura, loro sono spaventati perché noi cresciamo sempre di più. E’ finita una campagna elettorale indegna contro di noi -si sfoga- abbiamo visto di tutto: finte inchieste in tv, intere serate intente a dipingerci come un mostro, tanto fango”, compreso il ”tentativo di scaricare le responsabilità della devastazione alla Cgil all’unica forza di opposizione, quando la responsabilità è solo della Lamorgese che, se avesse una dignità, dovrebbe dimettersi oggi stesso”.
”Ringrazio Michetti, perché io ho le spalle larghe, ma pure lui è rimasto sempre calmo, senza rispondere alle provocazioni”, dice la presidente di Fdi, riferendosi alle minacce di morte ricevute da Michetti con tanto di stella delle Br a ‘firma’ degli atti di vandalismo al Comitato elettorale del candidato sindaco. Pure Forza Italia si stringe attorno a Michetti.
Scende in campo in prima persona Berlusconi che telefona da Milano per lanciare Guido Bertolaso come futuro commissario per la gestione dell’emergenza rifiuti in città in caso di vittoria e fare un appello a tutti gli indecisi: ”Romani se volete davvero il cambiamento, andate a votare, perchè se non vi recare alle urne e poi resta la sinistra a governare poi non vi lamentare: la colpa sarà solo vostra”. ”Siamo qui per vincere, portiamo il maggior numero di romani a votare per la Roma del domani”, è la raccomandazione di Tajani, che è uno dei primi a parlare sul palco per poi annunciare, come sempre, la telefonata di Berlusconi.
La manifestazione si chiude intorno alle 20, con Meloni a cantare l’inno di Mameli insieme a Michetti e ai presenti in piazza. Finite le note di Fratelli d’Italia, tutti scendono dal palco e mentre la gente comincia a lasciare la piazza parte un brano di Rino Gaetano, ‘A mano a mano’.