“L’idea che mi sono fatto leggendo quanto scritto è che non può che trattarsi che di un attrezzo da caccia, con punte da caccia, che nulla ha a che fare con il tiro sportivo, e che probabilmente si possa trattare di un arco compound con le carrucole. Per fare delle vittime sono state usate punte da caccia che non sono di certo quelle usate per il compound o nell’arco olimpico e nella pratica sportiva. Una freccia con una punta normale sicuramente non uccide a meno che non colpisce un punto vitale”. E’ l’opinione espressa da Sante Spigarelli, Vicepresidente Fitarco e Coordinatore Tecnico della Nazionale Olimpica di tiro con l’arco, nonché costruttore di archi sportivi, all’Adnkronos, su quanto avvenuto in Norvegia dove un uomo di 37 anni danese ha ucciso 5 persone con arco e frecce, ferendone altre due, a Kongsberg, a 70 chilometri a sud di Oslo, seminando il panico tra la popolazione. In Italia i requisiti di sicurezza per l’attività arcieristica sportiva sono a dir poco ferrei. Le Società Fitarco non permettono di far svolgere nemmeno attività ludica se non ci sono tutti i requisiti di sicurezza e quanto accaduto in Norvegia qui non si è mai verificato.
“La velocità è legata al peso della freccia, sicuramente era ad una distanza abbastanza breve dove quel tipo di freccia può creare danni importanti. In Italia la caccia con l’arco è regolamentata ed è equiparata al fucile ad un colpo, utilizzato per la caccia a grandi animali, non una doppietta o altri tipi, quindi l’arco da caccia è considerato un’arma a tutti gli effetti. Una attrezzatura di tipo sportivo non è assolutamente in grado con un solo tiratore di fare cinque vittime”, ha tenuto a sottolineare Spigarelli. “In Italia le cose sono normate in maniera molto chiara. Una persona in strada o nei boschi da noi in Italia con un arco e frecce da caccia è un cacciatore di frodo”.
“Sicuramente era una persona addestrata. Io sono rimasto stupito. Un Mauro Nespoli argento alle Olimpiadi di Tokyo su un bersaglio in movimento a 30 metri farebbe fatica a prenderlo, non è la sua specialità. Noi tiriamo a bersagli fermi, è l’antitesi quanto successo, dal tiro sportivo”, ha aggiunto il Coordinatore Tecnico della Nazionale Olimpica che costruisce archi e accessori sportivi, attrezzature olimpiche. “La caccia con l’arco da noi non è proibita ma bisogna avere la licenza. Ma è la punta che fa la grande differenza e che può uccidere”.