Decreto legge per un eventuale scioglimento di Forza Nuova o provvedimento in caso di accertamento della Magistratura della natura neofascista del partito? “Da un punto di vista costituzionale entrambe le alternative sono possibili. La differenza sta nelle conseguenze politiche”. Se il Partito democratico va avanti con la mozione presentata alla Camera e al Senato, sostenuta anche da Leu e M5S “il rischio è la crisi di Governo. Ammesso che non venga cambiata la mozione, con un provvedimento approvato da tutti i partiti che appoggiano l’Esecutivo che al momento non c’è”. Ne parla con l’Adnkronos il presidente emerito della Corte costituzionale Antonio Baldassarre.
Secondo Baldassarre, “ben altra via sarebbe quella della Magistratura, che accerta ed impedisce, di fronte ad una spaccatura tra le forze politiche come quella attuale, qualunque rischio di crisi di Governo. Ma i partiti di sinistra spingono per la prima soluzione in modo da mettere in difficoltà il centro destra – rileva il Costituzionalista – Per il Governo allo stato dei fatti approvare un decreto di scioglimento senza l’appoggio di tutte le forze politiche che lo sostengono comporterebbe il rischio di una crisi. Il decreto potrebbe infatti passare con la maggioranza di sinistra, segnando la fine dell’esecutivo”.
“O anche potrebbe essere appoggiato da tutte le forze del Governo, ma – osserva Baldassarre – si spaccherebbe il centro destra, a cui la rottura con Fdi non conviene perché per Lega e Forza Italia comporterebbe perdere la scommessa delle prossime elezioni. Aspettando la risposta della Magistratura, opzione che io preferisco, invece le conseguenze non produrrebbero effetti sul piano politico”.
(di Roberta Lanzara)