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“C’è una parte significavita di persone che non si vaccinerà. Forse occorre pensare ad un Green pass diverso, alla francese, in cui è previsto solo per i vaccinati o i guariti, oppure così non serve. Meglio allora congelarlo per i luoghi di lavoro e ripartire tra un po’ di tempo. Un conto è usare il certificato verde al ristorante, al teatro o allo stadio, ma per entrare a lavoro è diverso. Secondo me a questo punto è meglio che si decida per l’obbligo vaccinale perché così diventa un tamponificio, mentre l’unico modo per avere la sicurezza è fare un tampone il giorno stesso; 2-3 giorni dopo non è la stessa cose e aumentano i rischi”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, in vista della scadenza del 15 ottobre per il Green pass obbligatorio a lavoro e della richiesta delle Regioni di portare a 72 ore la durata della validità dei test per l’ottenimento del certificato.