Home ATTUALITÀ Reddito cittadinanza, cosa succede se si trova lavoro?

    Reddito cittadinanza, cosa succede se si trova lavoro?

    Continuano a crescere, a causa dell’aggravarsi della crisi, i numeri del reddito di cittadinanza: si tratta di un sussidio riconosciuto a disoccupati e famiglie in difficoltà, che ammonta sino a un massimo di 780 euro al mese per i single e sino a 1.380 euro per le famiglie numerose con disabili ricorda laleggepertutti.it. Ma quali sono i requisiti per ottenere il sussidio? E se si trova lavoro si perde il reddito di cittadinanza? 

    I requisiti per ottenere il sussidio sono numerosi e abbastanza rigidi: devono essere soddisfatte, in capo a tutti i componenti della famiglia richiedente, specifiche condizioni relative alla cittadinanza ed alla residenza, personali ed amministrative, di reddito e patrimoniali. Il sussidio non è incompatibile con l’attività lavorativa, ma il reddito derivante dal lavoro svolto può pregiudicare il diritto al Rdc.  

    Dunque, se si trova lavoro si perde il reddito di cittadinanza? La perdita del sussidio dipende non solo dall’ammontare del reddito di lavoro percepito da uno o più componenti del nucleo, ma anche dalla presenza di altre entrate in famiglia (pensioni, prestazioni di assistenza differenti…), nonché dal numero dei componenti. 

    La soglia massima di reddito del nucleo familiare, difatti, pari a 6mila euro annui, è incrementata in base alla scala di equivalenza, che varia a seconda del numero dei membri della famiglia: il richiedente il sussidio vale 1 punto, ogni adulto del nucleo vale 0,4 punti e ogni minorenne 0,2, sino a un massimo di 2,1, oppure 2,2 se in famiglia è presente un disabile grave o non autosufficiente. Così, da una soglia pari a 6mila euro annui si può arrivare sino a un reddito massimo familiare di 13.200 euro. Inoltre, il decreto Sostegni, per fare in modo che il sussidio non disincentivi i percettori nella ricerca di una nuova occupazione, permette il congelamento del Reddito, senza alcun taglio dell’importo, qualora siano attivati uno o più contratti di lavoro subordinato a termine, se la soglia di reddito familiare non supera i 10mila euro. La sospensione è consentita sino ad un massimo di sei mesi. Ma procediamo con ordine. 

    Se state pensando di non accettare un’offerta d’impiego per evitare di perdere il sussidio, dovete sapere che avete la possibilità di rifiutare al massimo due proposte lavorative congrue (come definite dal decreto sulla riforma degli ammortizzatori sociali, integrato dal decreto sul reddito di cittadinanza) nell’arco del periodo di fruizione del Rdc. Si ha anche la possibilità di recedere dall’impiego per due volte nell’arco dello stesso periodo. Se, però, percepite il reddito in fase di rinnovo, cioè dopo i primi 18 mesi, dovete accettare la prima offerta di lavoro congrua che vi viene proposta: in caso contrario, si perde il sussidio. 

    Lavorare in nero è una pessima idea, così come percepire, in accordo col datore di lavoro, degli importi “fuori busta”: i controlli incrociati sono assidui e molto efficaci. Le sanzioni sono severe: reclusione sino a 6 anni, revoca del sussidio e impossibilità di richiederlo per 10 anni rappresentano sicuramente un ottimo deterrente per i cosiddetti “furbetti del reddito di cittadinanza”. 

    Non è una buona idea nemmeno evitare gli obblighi di politica attiva del lavoro, come la partecipazione a corsi di formazione e riqualificazione, incontri di orientamento, selezioni ed attività finalizzate alla ricerca assidua di un’occupazione: se è vero che chi non cerca un impiego, sicuramente non lo trova, è anche vero che chi non si impegna a cercare un impiego può arrivare a perdere il reddito di cittadinanza. 

    Si parte dalla decurtazione di una mensilità di reddito, sino ad arrivare alla revoca del sussidio, nel caso in cui il beneficiario, o un membro del nucleo familiare: 

    non si presentino alle convocazioni disposte nel patto per il lavoro; 

    non partecipino, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di orientamento; 

    non rispettino gli impegni previsti nel patto per l’inclusione sociale relativi alla frequenza dei corsi di istruzione o di formazione, o gli impegni di prevenzione e cura volti alla tutela della salute. 

    Anche non cercare lavoro, non studiare e “lasciarsi andare”, quindi, può costare molto caro. 

    Se avete trovato un nuovo impiego, ma lo stipendio è basso, tanto da non comportare il superamento delle soglie di reddito ed Isee previste per la famiglia beneficiaria di Rdc, la retribuzione viene integrata, attraverso il reddito di cittadinanza, fino ad arrivare alla soglia di reddito massima calcolata per il tuo nucleo familiare. Inizialmente, il reddito derivante dalla nuova occupazione non sarà contato per intero, ma rileverà per l’80%, sino a quando non sarà recepito nell’attestazione Isee per l’intera annualità. 

    Francesco vive con Nadia, in abitazione di proprietà. Entrambi percepiscono un reddito di cittadinanza pari a 700 euro al mese. Franco trova un lavoro part time per il quale è retribuito 500 euro al mese. Il reddito di cittadinanza spettante, sino alla nuova attestazione Isee, sarà pari non a 200 euro, ma a 300 euro al mese [700- (500 x 80%)]. 

    In base alle nuove disposizioni del decreto Sostegni, se si trova uno o più lavori a termine ed il reddito familiare non sale oltre la soglia di 10mila euro: 

    il reddito di cittadinanza è sospeso per la durata dei contratti, senza che il suo importo sia ridotto; 

    sino a un massimo di 6 mesi. 

    Il beneficio riprende a decorrere, senza tagli del sussidio, al termine di ciascun contratto. 

    Se si decide di avviare un’attività di lavoro autonomo mentre percepisci il reddito di cittadinanza, fruisci senza variazioni del Rdc per le due mensilità successive a quella di variazione della condizione occupazionale. 

    Successivamente, il sussidio è aggiornato ogni 3 mesi: il reddito viene infatti individuato secondo il principio di cassa come differenza tra i ricavi – compensi percepiti e le spese sostenute nell’esercizio dell’attività. 

    In alternativa, è possibile beneficiare di un differente incentivo, non cumulabile, pari a 6 mesi di Rdc, sino a un massimo di 780 euro mensili. 

    Se si trova un impiego mentre si fruisce del reddito di cittadinanza, bisogna comunicare all’Inps la nuova attività lavorativa; l’istituto, a sua volta, metterà le informazioni a disposizione delle piattaforme digitali per l’attivazione del Patto di lavoro e del Patto di inclusione sociale. Bisogna comunicare la variazione con modello “Rdc/Pdc – Com Esteso” entro 30 giorni dal suo inizio. Se si avvia un’attività di lavoro autonoma, bisogna inoltre comunicare il reddito percepito entro il 15° giorno successivo al termine di ciascun trimestre dell’anno. 

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