L’Italia è in stato d’emergenza dal 31 gennaio 2020 a causa del coronavirus. Il governo decise di prendere la situazione in mano per avere la possibilità di stabilire dall’oggi al domani, senza passare dal Parlamento, come affrontare la pandemia sottolinea laleggepertutti.it. Lockdown duro, mascherine, guanti e chiusure, riaperture e poi di nuovo chiusure con lo stato d’emergenza che nel tempo è stato prorogato. Ma fino a quando è legale?
Sfogliando le leggi, ne troviamo solo una a cui fare riferimento. È un decreto legislativo del 2008, il numero 1, approvato prima che arrivasse la Befana. Formalmente, si tratta del Codice della Protezione civile. Ed è l’unico che parla di come ci si deve comportare con lo stato di emergenza. All’articolo 24, comma 3, si legge: “La durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi”. I conti sono subito fatti: lo stato di emergenza non può durare più di 24 mesi. Il che significa che non potrà essere prorogato oltre il 31 gennaio 2022.
Prima del Covid (e dopo la guerra), lo stato di emergenza era stato decretato per intervenire su situazioni territoriali devastate da alluvioni o terremoti o da gravi disastri, come il crollo del ponte Morandi di Genova. Gli eventi che lo determinano vengono classificati in tre categorie:
la categoria A i cui interventi vengono gestiti a livello comunale;
la categoria B che coinvolge Province e Regioni;
la categoria C che comporta una direzione degli interventi a livello nazionale.
Il caso della pandemia da Covid rientra, ovviamente, in quest’ultima categoria.
Che cosa può succedere, dunque, da qui ai prossimi mesi, cioè fino alla fine di gennaio 2022? Può succedere che il Governo ricorra ad ulteriori Dpcm. Più probabile, comunque, che Mario Draghi, a differenza del suo predecessore Giuseppe Conte, continui a prediligere i decreti legge che hanno efficacia immediata ma devono passare, comunque, dal Parlamento.
Lo stato di emergenza mantiene, inoltre, vive le competenze del commissario straordinario per il Covid e del Comitato tecnico scientifico, così come le disposizioni che riguardano l’eventuale decisione sulla didattica a distanza, dello smart working, il divieto di licenziamenti, le quarantene per chi viene trovato positivo (o certe volte anche falso positivo) e per chi rientra dall’estero, ecc.
Che cosa succederà, invece, con l’avvicinarsi della fatidica data del 31 gennaio 2022? Il citato decreto legislativo dice in astratto al comma 6: “Alla scadenza dello stato di emergenza, le amministrazioni e gli enti ordinariamente competenti, subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi, nei procedimenti giurisdizionali pendenti”. Significa che Regioni e Comuni riprendono appieno i propri poteri «commissariati» dal Governo nei territori di spettanza. Ma Draghi potrebbe tirarla ancora in là? Sarebbe lecito prorogare ancora lo stato di emergenza?
Dipende da quale emergenza si parli. Basterebbe dire che oggi non c’è più una minaccia nazionale del coronavirus così come l’abbiamo conosciuto agli inizi del 2020 ma che c’è il serio rischio epidemiologico nazionale della variante Delta, Lambda o Ypsilon del Covid in grado di creare una nuova pandemia. Il che consentirebbe al Governo di ricominciare daccapo la conta del 24 mesi. Con tutto ciò che ne consegue.