Ovviamente, come sta accadendo, ”Si parte con quelli per i quali la scienza ha già indicato la necessità di una terza dose, per esempio i trapiantati e in attesa di trapianto, i pazienti con neoplasie, i dializzati. Poi ci sono gli anziani, nei quali la competenza del sistema immunitario tende a essere ridotta. E poi vedremo il resto della popolazione”. Riguardo poi la terza dose per quasi impiegati nella Sanità, il sottosegretario alla Salute “i miei colleghi sono stati i primi ad essere vaccinati. Al momento non vi sono contagi in aumento fra il personale sanitario o meglio un lieve incremento vi è stato, ma assolutamente non significativo. E’ quindi ipotizzabile sia necessaria una terza dose per mettere in sicurezza il sistema sanitario nazionale. Abbiamo già avuto fra coloro che lavorano in sanità fin troppi morti e dobbiamo anche evitare che il Ssn non possa andare avanti perché la forza lavoro viene meno, ed evitare ulteriori contagi negli ospedali”.
Sileri: “Penso a un richiamo, è evidente che vi è un calo dell’immunità nel corso del tempo”
Tuttavia, più di qualcuno tra i ricercatori, ha lasciato intendere che la terza dose finirà per interessare tutta la popolazione. Eventualità della quale Sileri prima afferma che “E’ prematuro parlarne” però, aggiunge subito dopo, “se mi si chiedesse se ritengo che dovremo fare tutti la terza dose, la mia risposta è sì. Quando? E’ la scienza che dovrà fornirci“. Questo perché “E’ evidente che vi è un calo dell’immunità nel corso del tempo, variabile da soggetto a soggetto anche in base alle eventuali comorbilità che le persone hanno, ma è verosimile che nel tempo un richiamo dovremo farlo tutti“.
Sileri: “Vediamo cosa accade in chi vaccinato già da un anno, ma la terza dose credo servirà”
Ospite del ‘Tgcom 24’ il sottosegretario rimarca che “da medico, io immagino che la terza dose servirà. Il quando verrà definito nei prossimi mesi. E’ chiaro che, se nelle prossime settimane o mesi si dovesse osservare in coloro che hanno fatto i vaccini a gennaio e febbraio un aumento delle infezioni, non in forma grave perché un’immunità di memoria rimane, significherà che quello è il momento per pensare a una terza dose e ci darà la guida per le terze dosi per tutti gli altri”.
Sileri: “Ho lottato per la riapertura delle discoteche, con il green pass ora è possibile”
Entrando poi nello specifico dei vaccini e del green pass, Sileri tiene a ricordare che ”Mi sono battuto come un leone nell’ultimo anno per le discoteche. Credo che con il Green pass possano e debbano aprire, ma non è una scelta di Sileri, abbiamo un organo tecnico che ci aiuta in questo. Più si userà il Green pass, più persone si vaccineranno, più i numeri di Covid saranno bassi. Ed è evidente che così si dovrà tornare a una progressiva capienza sempre maggiore per teatri, cinema e stadi. Fino a togliere distanze e mascherine al momento opportuno. Sul quando aspetterei qualche settimana, 2 o 3, per vedere ciò che accade con le riprese delle attività e in base ai numeri credo sarà possibile fare un passo avanti. Se arriviamo al 90% della popolazione vaccinata, i problemi tenderanno ridursi sempre di più”.
Sileri: “Chi è vaccinato difficilmente si prende e dà il virus, ma raramente finisce in rianimazione”
Invitando quindi a dare fiducia alla vaccinazione, il sottosegretario ribadisce che “Chi è vaccinato difficilmente si prende e dà il virus e, se dovesse contagiare qualcuno vaccinato, le chance che questo possa finire in terapia intensiva sono estremamente basse. Guardiamo avanti, cioè al Green pass che con la doppia strategia vaccinazione e tamponi consente all’Italia di avere dei numeri bassi oggi”.
Sileri: “In Europa i contagi sono tornati a salire. Qualcuno morirà ancora, quindi vacciniamoci tutti”
Purtroppo, afferma il medico, “I contagi torneranno a salire anche da noi, sono saliti anche in Nord Europa, ma al momento le cose stanno andando molto bene”. Tuttavia, proprio grazie alla vaccinazione potremmo evitare problemi: “Raggiunto quel target, il passo successivo sarà estendere la libertà e arriveremo anche a togliere la mascherina. Non guardiamo solo le cose peggiori. La cosa migliore che abbiamo davanti sarà l’abbandono della distanza e della mascherina e tornare alla normalità. Questo è un periodo di transizione dalla fase pandemica a quella endemica”. Certo, aggiunge poi, “Purtroppo qualcuno morirà sempre di coronavirus, perché è una malattia che è entrata nei nostri libri di medicina. Il nostro compito è ridurre quel numero quanto più possibile, ridurre il numero di chi può prendersi la malattia e avere effetti ‘long term’. E riprenderci la nostra vita, in Italia e nel resto del pianeta”.
Sileri: “Nessuna obbligatorietà per il vaccino agli under 12, anche per loro valgono le stesse regole”
Altro tema scottante, emerso negli ultimi giorni, la vaccinazione per gli under 12: “L’orientamento è lo stesso di quello che c’è – replica il sottosegretario – per i vaccini che abbiamo già a disposizione sopra i 12 anni. Quando avremo un vaccino approvato dagli enti regolatori sotto i 12 anni, varranno verosimilmente le stesse regole. Una cosa è certa: non si va verso l’obbligatorietà in questo momento. Un’obbligatorietà deve essere l’estrema ratio e al momento le vaccinazioni stanno andando molto bene. Peraltro l’estensione del Green pass credo che scongiurerà la possibilità di un obbligo vaccinale”.
Sileri: “L’aumento di contagi in età pediatrica è fisiologico proprio perché non sono vaccinati”
In ogni caso, precisa Sileri, ”Io non avrei assolutamente nessun dubbio sul fare il vaccino ai miei figli quando arriverà“. Riguardo poi il fatto che i contagi “aumentino nella popolazione pediatrica è abbastanza fisiologico, perché quando hai vaccinato il resto della popolazione (ad oggi 44 milioni di italiani hanno fatto almeno una dose, 41 mln la doppia dose), la popolazione più contagiabile è quella che non ha fatto il vaccino, quindi è chiaro che il virus circolerà di più nei soggetti giovani che però sono anche quelli più resistenti”.
Sileri: “Nella scuola avremo ancora classi in quarantena, ma saranno episodi limitati”
E’ un po’ quanto si sta verificando nelle scuole, nei confronti delle quali Sileri non nasconde il suo ottimismo: “Ci sono dei problemi che vanno indietro di diversi lustri in Italia, come il personale sanitario che era poco, così la scuola. Ma non sarei così pessimista. E’ chiaro che aumenteranno i contagi e che avremo classi che devono andare in quarantena, ma credo che saranno molto limitate. Ho visto genitori e nonni tutti con la mascherina, in Italia 7 persone su 10 sono vaccinate, la possibilità di prendere il virus è bassa”.
Sileri: “Dobbiamo credere nei vaccini, se arriviamo al 90% di immunizzati finiranno i problemi”
Allo stesso modo, aggiunge infine il sottosegretario, “Lo stesso sui mezzi pubblici su cui viaggerà, una buona percentuale di popolazione vaccinata”. Insomma, rimarca concludendo Sileri, “O crediamo nei vaccini o non ci crediamo. Se arriviamo al 90% della popolazione vaccinata i problemi tenderanno ridursi sempre di più. E poi oggi abbiamo test molto più precisi rispetto a un anno fa, test salivari semplici da usare nei bambini. Guardiamo avanti”.
Max