“E’ prematuro parlare” di terza dose del vaccino anti-Covid per tutti ora, “ma, se mi si chiedesse se ritengo che dovremo fare tutti la terza dose, la mia risposta è sì. Quando? E’ la scienza che dovrà fornirci” la risposta. “E’ evidente che vi è un calo dell’immunità nel corso del tempo, variabile da soggetto a soggetto anche in base alle eventuali comorbilità che le persone hanno, ma è verosimile che nel tempo un richiamo dovremo farlo tutti”. A spiegarlo è stato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto su ‘Tgcom 24’.
“Si parte con quelli per i quali la scienza ha già indicato la necessità di una terza dose, per esempio i trapiantati e in attesa di trapianto, i pazienti con neoplasie, i dializzati. Poi ci sono gli anziani, nei quali la competenza del sistema immunitario tende a essere ridotta. E poi vedremo il resto della popolazione”, ha prospettato Sileri. “Ma, da medico, io immagino che la terza dose servirà. Il quando verrà definito nei prossimi mesi. E’ chiaro che, se nelle prossime settimane o mesi si dovesse osservare in coloro che hanno fatto i vaccini a gennaio e febbraio un aumento delle infezioni, non in forma grave perché un’immunità di memoria rimane, significherà che quello è il momento per pensare a una terza dose e ci darà la guida per le terze dosi per tutti gli altri”, ha chiarito il sottosegretario.
Sul fronte della sanità, ha aggiunto, “i miei colleghi sono stati i primi ad essere vaccinati. Al momento non vi sono contagi in aumento fra il personale sanitario o meglio un lieve incremento vi è stato, ma assolutamente non significativo. E’ quindi ipotizzabile sia necessaria una terza dose per mettere in sicurezza il sistema sanitario nazionale. Abbiamo già avuto fra coloro che lavorano in sanità fin troppi morti e dobbiamo anche evitare che il Ssn non possa andare avanti perché la forza lavoro viene meno, ed evitare ulteriori contagi negli ospedali”.