Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non ha mai saputo di «pressioni e coartazioni subite dal presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati» a proposito degli eventi che portarono alle dimissioni di Silvio Berlusconi dalla carica di presidente del Consiglio. «Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal Presidente Berlusconi e già preannunciate l’8 novembre – precisa ancora Napolitano in una nota – non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani». «Gli episodi ’rivelati’ dall’ex Segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti e da altri sono relativi a riunioni, tenutesi nell’autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente della Repubblica italiana – al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi – non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo». Lo si legge in un comunicato diramato dal Quirinale in merito al Caso Geithner. Berlusconi: Caso Geithner? C’è da essere disgustati «Se non vi difendiamo noi in Italia non vi difenderebbe nessuno. Io sono venuto qui a farmi tirar su di morale da voi, perché non abbiamo particolari motivi per essere sereni e tranquilli, anzi abbiamo molti motivi per essere delusi, disgustati, ma anche furiosi ed esasperati per quello che è successo in questi primi 100 giorni di governo e segnatamente per quello che è successo ieri: un ministro della prima amministrazione Obama ha fatto una dichiarazione che lasciava pochi dubbi su quello che affermava, raccontando come nel G20 di Cannes per due volte Merkel e Sarkozy convocarono riunione per far sì che il nostro paese fosse colonizzato dal Fondo monetario internazionale con la sospensione del potere del governo lasciato alla Troika, esattamente quello che era successo alla Grecia». Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando a una iniziativa elettorale a Roma.