Sul caso del piccolo Eitan Biran rapito dal nonno materno, “stiamo seguendo le famiglie, non posso entrare nei dettagli, ma posso garantire che Israele è uno Stato di diritto che si sta occupando di questa vicenda. Israele non è una giungla. La mia speranza è che si trovi una soluzione che faccia stare bene tutti e specialmente Eitan: ha sofferto già troppo”. Lo ha dichiarato l’ambasciatore israeliano in Italia, Dror Eydar, in un passaggio di un’intervista rilasciata a ‘La Nazione’ sul caso del bimbo unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone.
Quella vicenda, ha proseguito il diplomatico, “è stato il momento più duro del mio incarico da diplomatico. Il pensiero del piccolo Eitan rimasto solo, unico a sopravvivere e senza i genitori, mi ha scosso profondamente”.
L’ambasciatore ha quindi ricordato la sua visita al piccolo in ospedale. “Eitan era ricoverato in rianimazione, sedato. Io provengo da una famiglia di sacerdoti e ho chiesto ai medici di poter recitare la nostra antica benedizione. Ho avvicinato le mie mani alla sua testa e ho recitato la Torah. Mentre pronunciavo le parole della Bibbia, dietro di me pregava anche il presidente della Regione Piemonte. Lo ricorderò per tutta la vita. Quando ci hanno annunciato che stava meglio, ho pensato che era un miracolo”, ha dichiarato.