Il 2021 si conferma come un anno di transizione
caratterizzato da un forte rimbalzo dell’economia globale che apre importanti opportunità per la crescita dell’export italiano con una ripresa ‘a macchia di leopardo’, in forte aumento in alcuni mercati, di recupero del terreno ‘perso’ nella crisi in altri e di risalita più lenta in altri ancora. E’ quanto emerge dalla 15ma edizione del Rapporto Export 2021 dell’Ufficio Studi di Sace appena diffuso e presentato online su piattaforma Sky.
In un contesto di ripresa globale ad andamenti differenziati, nel documento dal titolo “Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post-pandemica”, Sace stima per quest’anno un rimbalzo dell’11,3% delle esportazioni italiane di beni in valore, che permetterà già nel 2021 un pieno ritorno ai livelli pre-pandemia. Le vendite di beni Made in Italy raggiungeranno, infatti, quota 482 miliardi di euro, per poi continuare ad aumentare del 5,4% nel 2022 e assestarsi su una crescita del 4%, in media, nel biennio successivo. Tale ritmo, superiore di quasi un punto percentuale al tasso medio pre-crisi (+3,1%, in media annua, tra 2012 e 2019), consentirà di raggiungere nel 2024 il valore di 550 miliardi di euro di esportazioni di beni.
Questa considerevole performance sarà raggiunta anche grazie agli ingenti programmi di ripresa (come il Next Generation EU in Ue e il piano infrastrutturale negli Usa) che genereranno una domanda aggiuntiva. Quanto all’export italiano di servizi, maggiormente colpito dalle misure restrittive legate alla pandemia con impatto negativo soprattutto sul turismo, è atteso un recupero solo parziale nel 2021 (+5,1%). La vera e propria ripresa avverrà nel 2022 quando l’export di servizi tornerà ai livelli del 2019, grazie a un incremento del 35,1%. La crescita proseguirà anche nel biennio successivo a un ritmo medio del 5%, toccando i 120 miliardi di euro alla fine dell’orizzonte di previsione. (segue)