Il tema delle classi cosiddette “pollaio” è sul tavolo del ministro Patrizio Bianchi già da febbraio. Lo precisano fonti del ministero dell’Istruzione, che fanno sapere che Bianchi ha chiesto un’attenta analisi dei dati a livello territoriale da cui emerge che queste classi sono concentrate nelle grandi città e, in particolare, negli istituti di secondo grado. Tra le riforme del Pnrr c’è anche quella relativa proprio alla riduzione del numero di studenti per classe. Quindi il ministero sta già lavorando in questa direzione.
In attesa della riforma il ministro Bianchi ha comunque posto già in essere una serie di azioni concrete. In particolare, si spiega, il ministero ha tenuto stabile l’organico, quest’anno, nonostante la denatalità. Vale a dire che, pur diminuendo gli alunni, non sono stati tagliati posti in organico docente. Proprio per far sì che si potessero avere insegnanti per fare classi meno numerose. I 270 milioni assegnati ad agosto agli Enti locali per interventi di edilizia leggera e affitto di spazi sono stati distribuiti sulla base del numero degli alunni e dell’affollamento delle classi. Un parametro mai usato prima.
Ancora, i 400 milioni assegnati agli Uffici scolastici regionali per l’organico in più per l’emergenza sono stati distribuiti tenendo conto dell’andamento delle prove Invalsi e anche della numerosità delle classi. Ai 400 milioni ne sono stati aggiunti altri 22,4 per le scuole che hanno almeno 5 classi con numeri elevati proprio per interventi mirati e per dare personale in più. Altri 50 milioni del Pon saranno distribuiti a settembre per progetti didattici aggiuntivi nelle scuole con classi numerose, in particolare per le terze medie e quinte superiori, con lo scopo di rafforzare la preparazione di chi deve sostenere gli esami di fine anno.