Impressiona la differenza di linguaggio. Berlusconi si rivolge alle persone. Pensa al mondo e a quel che lItalia può dare come contributo al Paese. Non insulta nessuno. Si rivolge con rispetto persino allindirizzo di Grillo. Lo qualifica per il pericolo che è, ma non insulta, non dà nomignoli offensivi. Si capisce che ha in mente non il proprio successo personale, ma la prosperità del nostro Paese e dei suoi cittadini, famiglie, aziende. E questo sguardo si allarga allEuropa, allUcraina, al mondo. Lo scrive Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati. Di converso, che fa Renzi? Il suo linguaggio è teso alleffetto fluorescenza. Non contano i contenuti. Il dialogo non esiste, perché gli interlocutori sono per lui sistematicamente degli animali o delle macchiette. Eccoli trasformati tutti in un bestiario, in cui sono ricondotte al ridicolo le osservazioni e i ragionamenti. Per cui chi critica non merita una risposta nel merito, ma è un gufo. Siamo alla follia. Se poi prosegue Il Mattinale si critica la sua presenza puramente decorativa allo stadio, il mostrare cedimenti indecenti ai violenti semplicemente lasciando fare, ecco che sei trasformato nientemeno che in sciacallo. Ci rendiamo conto che questo epiteto Renzi lo ha dedicato a Beppe Grillo, il quale attira contumelie come una calamita la limatura di ferro, per reazione al suo disprezzo per qualunque donna o uomo che non sia della sua rete di gente prona a tutto. Ma occorre uscire da questo marasma linguistico, alzarsi un po dalla palude. Indicare strade. Dialogare sulle cose vere. Questo ci si aspetta dai leader. Questo fa Berlusconi. Questa è oggi la grande differenza. Di leader, a quanto pare, ce nè uno soltanto, conclude Il Mattinale.