Più che un fatto pratico, in realtà quello di scegliere di andare in vacanze nelle settimane centrali di agosto è sicuramente più un fatto culturale. Una sorta di ‘tradizione’ che si tramanda di padre in figlio, anche se poi si godono al meglio i paesaggi a luglio, e a settembre si spende meno.
Ferragosto: in viaggio un italiano su due, sfidando autostrade e canicola. Il 20% resterà a casa
Dunque, anche in occasione dell’ennesima estate in parte condizionata dallo spettro del Covid, sfidando le autostrade da bollino nero (ed un’afa da allerta 3), un italiano su due approfitterà del Ferragosto per farsi qualche giorno di ‘riposo’ (un eufemismo).
Tuttavia il 28% ha scelto di trascorrerlo in città, a casa mentre, un 20% lo ritiene un giorno come un altro, una domenica estiva e null’altro di più.
Ferragosto: parenti ed amici i punti di riferimento. Sempre in auge il tradizionale picnic
Tra quelli che si muoveranno, rivela un sondaggio condotto da Coldiretti/Ixè, che sia mare, campagna o montagna, la maggior parte andrà a raggiungere parenti od amici. C’è anche chi si abbandonerà al classico picnic fuori porta, o ad una gita ‘d’arte’.
Ferragosto: il mare resta la meta preferita ma i piccoli borghi iniziano a ‘farsi spazio’
Ad ogni modo, spiega ancora il sondaggio, è vero che la meta più gettonata è sempre quella marina tuttavia, la montagna ed i piccoli borghi stanno vivendo una felice riscoperta, tanto è che anche in questi posti remoti e solitari, iniziano a porsi il ‘problema’ degli assembramenti. D’altra parte con il crescente apprezzamento del ‘bio’, l’enogastronomia oggi muove una larghissima fetta di turisti e visitatori.
Ferragosto: il boom degli agriturismo, enogastronomia d’autore contro ‘il logorio della vita moderna’
In questo senso, conferma entusiasta il presidente di Agriturist (Confagricoltura), Augusto Congionti, gli agriturismo stanno vivendo una stagione d’oro, con un continuo di prenotazioni, anche da parte di cittadini tedeschi, inglesi e francesi. La vacanza serena e sana affascina sempre di più, e l’idea di allontanarsi dalla calca cittadina (‘il logorio della vita moderna’ lo definiva il grande Ernesto Calindri promuovendo il Cynar!), per rifugiarsi all’ombra di una quercia, o sotto un pergolato di viti a sorseggiare vino ghiacciato doc, è divenuto un richiamo impossibile da resistere. ‘Voglie’ e piaceri che finiscono per ripercuotersi positivamente anche sulla vendita dei prodotti locali, che quest’anno hanno visto maturare il loro giro d’affari del 30%.
Oltretutto, cosa non da poco, per chi di passaggio, come per un pranzo seduti l’aperto, in queste oasi di pace non è necessario dover esibire il green pass…
Max