Il Sud continua a bruciare. In Sicilia ancora bollino rosso per il rischio incendi nella giornata di domani, venerdì 13 agosto. La Protezione civile regionale ha diramato un bollettino con massimo livello di allerta nelle province di Palermo, Catania, Enna, Agrigento e Caltanissetta. Ancora rosso il rischio ondate di calore per la città di Palermo con temperature percepite fino a 37°.
Gli incendi stanno devastando la Calabria. “La particolarità di questa emergenza è che i roghi sono partiti in più punti e poi si sono uniti” dice Carlo Metelli, comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria, tracciando con l’Adnkronos il quadro della situazione. “Abbiamo avuto temperature elevatissime e in questa provincia non piove da 5-6 mesi, quindi la vegetazione è secca – spiega Metelli – Questo mix ha aumentato la suscettività”. Ieri a quest’ora i Vigili del fuoco avevano aperti ben 54 interventi, un record per il comando di Reggio Calabria. “Una situazione – sottolinea il comandante – non conosciuta a memoria d’uomo qui a Reggio Calabria, dove c’è un comando abituato a occuparsi di incendi boschivi. Credo che non sia mai successo. La cosa positiva è che oggi è un po’ meno caldo ed è cessato il vento, quindi stiamo registrando una sensibile diminuzione degli interventi. In questo momento stiamo gestendo 16 schede che è un numero importante ma niente a paragone di quanto accaduto ieri. Anche il personale della sala operativa era stremato ieri sera”.
Sulla situazione attuale il comandante dei Vigili del fuoco sottolinea che “in questo momento le squadre sono impegnate nel Comune di San Luca, dove sta bruciando il parco nazionale dell’Aspromonte”. “Oltre alle squadre di Calabria Verde, ci sono un Gruppo operativo speciale e due squadre dei Vigili del fuoco – dice – L’area è molto vasta e ha una grande valenza ambientale. Nella zona di Grotteria e Mammola le fiamme si avvicinano ai centri abitati e nel Comune di San Giovanni di Gerace stiamo operando anche con il supporto della flotta area. In questo momento ci sono in azione due canadair, di cui uno della flotta francese”. “Alle 13.30 – racconta Metelli – i canadair francesi, che erano di ritorno dalla Grecia sono stati fatti scendere a Lamezia Terme riforniti e ci stanno dando una mano in Regione Calabria”.
“L’altro punto un po’ critico ieri, dove oggi la situazione è migliorata, è quello di Cardeto. Lì l’incendio persiste ed è in posizione più alta, quindi meno pericolosa per il centro abitato ma sempre importante dal punto di vista paesaggistico e ambientale – precisa – sul posto abbiamo due squadre e un nostro direttore delle operazioni di spegnimento”. Ma questi sono i fronti più impegnativi. “Il comando – conclude Metelli – oltre a questi interventi è stato impegnato in una miriade di interventi più piccoli che hanno drenato fortemente le risorse e per questo abbiamo avuto i rinforzi”.
Su Twitter il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, si è rivolto al premier: “Il presidente Draghi venga in #Calabria a Ferragosto a verificare lo stato disastroso in cui versa il territorio vessato dagli #incendi. Il fronte del fuoco non è ancora sotto controllo, montagne e colline continuano a bruciare. Servono provvedimenti straordinari! @Palazzo_Chigi”.
“La situazione non è bella: i roghi continuano ad avanzare. Siamo isolati ormai da 4 giorni e non sappiamo per quanto tempo ancora lo saremo. Ci sono diversi focolai attualmente e i Canadair stanno cercando di spegnerli. La strada principale è bloccata dalle fiamme” dice all’Adnkronos il Rettore del Santuario della Madonna di Polsi, sull’Aspromonte, don Tonino Saracco.
In Sicilia il Wwf ha chiesto al prefetto di Enna Matilde Pirrera di adoperarsi “con la massima urgenza per richiedere ai competenti organi statali l’attivazione dell’intervento per pubbliche calamità delle Forze Armate, in concorso con le altre forze attualmente in campo nella lotta agli incendi”. Nel documento, il Wwf ha sottolineato come “la situazione di grave, estesa e duratura emergenza degli incendi, in particolare nel territorio della provincia di Enna, richiede interventi straordinari e scelte risolute”.
“I gravissimi incendi delle ultime ore a Pergusa – si legge nel documento – dimostrano chiaramente l’attacco, preordinato ed organizzato, nei confronti delle aree boschive, del paesaggio, della biodiversità, delle attività economiche e persino della pubblica e privata incolumità di interi centri abitati”. L’Esercito servirebbe anche per “rafforzare il controllo del territorio nelle giornate a rischio, anche inibendo l’accesso senza giustificato motivo alle aree boschive”. “Risulta ormai evidente ed improcrastinabile – sottolinea Ennio Bonfanti, presidente del Wwf Sicilia Centrale – l’esigenza di impiegare nuove forze dello Stato per far fronte alla straordinaria e grave emergenza”.
Nel ragusano, sono ancora in corso le operazioni di spegnimento dei focolai ancora attivi nella zona di Calaforno, tra Giarratana e Monterosso, ieri colpita da un grosso incendio. In ausilio anche canadair ed elicotteri. Sono invece spente le fiamme sul fronte San Giacomo, sempre nel ragusano, dove per tutta la notte i Vigili del fuoco e la Protezione civile, con il supporto della polizia municipale, hanno effettuato interventi anche su segnalazioni dei proprietari di case e terreni.
“Le aree degli incendi non sono collegate tra loro e ciò fa presumere la natura dolosa degli eventi: le autorità competenti hanno avviato le indagini per scovare chi si fosse macchiato di un reato talmente spregevole che merita sanzioni severissime – ha detto il sindaco di Ragusa Peppe Cassì al termine di un sopralluogo con il prefetto e i vertici delle forze dell’ordine nelle aree deli incendi – Il Centro di coordinamento dei soccorsi, che opera sotto la regia del prefetto, è in costante collegamento con le autorità regionali e nazionali e la macchina dei soccorsi, predisposta per tempo, continua quindi a operare efficacemente. E oggettivamente impossibile presidiare ogni angolo di bosco o di campagna, per cui tutti sono invitati a segnalare immediatamente ai Vigili del fuoco o alla protezione civile qualunque principio di incendio”.
Gli incendi di questi giorni hanno devastato le Madonie, bruciato ettari e ettari di vegetazione e macchia mediterranea. Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana e Sottana, San Mauro Castelverde, Polizzi Generosa, sono stati avvolti dalle fiamme che non hanno risparmiato nemmeno case e aziende agricole. Ancora oggi i canadair sono in azione per spegnere alcuni focolai. E se è troppo presto per calcolare l’entità del danno ambientale, da questi borghi arriva un appello ai turisti. “Il miglior aiuto che in questo momento può arrivarci – dice all’Adnkronos il sindaco di Gangi e presidente del Gal (Gruppo di Azione Locale) Madonie Francesco Migliazzo – è proprio continuare a venire a visitare i nostri paesi, rinunciando purtroppo a godere delle nostre bellezze naturalistiche, devastate da mani criminali, e puntando sul nostro patrimonio storico e culturale”.
Qualche disdetta c’è già stata, racconta Migliazzo, “soprattutto perché siamo stati costretti ad annullare alcune manifestazioni che erano in programma e che prevedevano anche eventi musicali e spettacoli”. Ma, almeno per ora, i turisti sembrano non voler abbandonare le Madonie. “Per noi – spiega il presidente del Gal – sarebbe un ulteriore colpo che metterebbe in ginocchio tutto il settore ricettivo, dagli alberghi ai b&B ai musei e ristoranti. La preoccupazione è che la gente pensi che sia tutto distrutto, ma non è così: questi borghi hanno tanto da offrire, con la loro storia, le loro chiese e il loro patrimonio artistico-culturale”. Nella disgrazia, la macchina della solidarietà è stata “commovente”. “Aiuti sono arrivati da tutta la Sicilia – racconta Migliazzo – Ci sono stati turisti che abbiamo contattato per avvisare che alcune manifestazioni erano annullate e che eravamo pronti a rimborsare i biglietti: alcuni ci hanno detto che sarebbero venuti lo stesso, altri non hanno voluto il rimborso e ci hanno chiesto di usare quei soldi per aiutare chi ha perso tutto a causa degli incendi”.