Come e dove migliorare le norme per il riassetto del Senato. Luciano Violante ’corregge’ i compiti al governo e in un’intervista al ’Corriere della Sera’ indica quali a suo avviso sono i punti da cambiare. “Il Senato -premette- deve essere messo in grado di richiamare in tempi certi e definiti tutte le leggi approvate dalla Camera. Deve partecipare pienamente all’approvazione delle leggi costituzionali ed elettorali. Deve inoltre esercitare le funzioni che il Trattato europeo attribuisce a ciascuna camera nazionale ed è la sede giusta per la valutazione delle politiche pubbliche”. “Al Senato, inoltre, dovrebbe essere riconosciuto il potere di ricorrere preventivamente alla Corte Costituzionale, dopo l’approvazione di una legge e prima della sua promulgazione, come accade in Francia. C’è poi un eccessivo squilibrio numerico tra Camera e Senato. Il partito che vince, infatti, otterrebbe da solo un numero di deputati superiore al doppio di tutto il Senato. Uno squilibrio grave in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica”. Sui 21 senatori nominati dal Quirinale, l’ex presidente della Camera dice: “per l’integrazione di soggetti esterni e con competenze rilevanti in campo scientifico e umanistico, preferirei un meccanismo di cooptazione: i senatori eletti eleggerebbero a loro volta un certo numero di loro colleghi sulla base di brevi liste preparate da organismi come Cnr, Accademia dei Lincei, Conferenza dei Rettori”. Il Senato, inoltre, “potrebbe richiamare tutte le leggi. La Camera avrebbe la parola definitiva, ma per le leggi di bilancio le obiezioni del Senato potrebbero essere superate solo con il voto della maggioranza assoluta dei deputati”. Dei 52 dddl sulla riforma del Senato 49 -ricorda il ’Corriere’- prevedono l’elezione diretta dei suoi membri. “Non condivido, ma la questione va affrontata -osserva Violante- . L’elezione diretta dovrebbe comportare la possibilità del voto di fiducia, ma a questo punto la riforma sarebbe inutile”. Violante non condivide nemmeno il principio della gratuità del mandato. “Non esiste un Senato i cui componenti non ricevano indennità. Serve almeno un equo rimborso spese”.