Impedire o almeno contenere la diffusione della variante Delta. E’ l’obiettivo delle autorità cinesi, mentre a Pechino si sono registrati i primi due casi dopo circa sei mesi e preoccupa un focolaio collegato all’aeroporto di Nanchino, popolosa città dell’est. Secondo i dati diffusi dalla Commissione nazionale per la Sanità, nel Paese si sono contati ieri 49 nuovi contagi, che portano a 177 il numero totale di casi a livello nazionale. Sebbene l’ultimo bilancio segni un leggero calo rispetto agli 86 casi registrati martedì, il più alto aumento in un solo giorno da gennaio, la diffusione del virus – evidenzia la ‘Cnn’ – sta suscitando allarme tra i leader del Paese, dove da un anno i casi, stando ai dati ufficiali, sono molto bassi.
I due contagi segnalati a Pechino sono marito e moglie che si erano recati di recente in una città nella provincia di Hunan collegata a un altro cluster. I contatti stretti della coppia sono stati messi in quarantena. Ma è il focolaio scoppiato a Nanchino la scorsa settimana tra il personale delle pulizie dell’aeroporto internazionale a sollevare i maggiori timori.
Lo scalo del capoluogo della provincia di Jiangsu è uno dei più trafficati della Cina e ha visto transitare oltre 30 milioni di passeggeri nel 2019. L’epidemia ha spinto le autorità a eseguire test di massa sugli oltre 9 milioni di abitanti a partire dal 21 luglio e finora sono emersi 175 casi collegati al cluster dell’aeroporto.
Secondo l’agenzia di stampa Xinhua, sono state segnalate infezioni tra i viaggiatori che hanno volato da Nanchino verso altre parti del Paese, comprese le province di Guangdong a sud, Sichuan a sud-ovest e Liaoning a nord-est. Le autorità aeroportuali di Nanchino hanno dichiarato alla Cnn che tutti i voli sono stati cancellati da lunedì per lavori di disinfezione e riprenderanno una volta terminate le operazione. Non hanno precisato tuttavia una data per la ripresa dei collegamenti aerei.
Cresce anche la preoccupazione per un secondo possibile cluster, collegato a uno spettacolo che si è tenuto nel parco nazionale di Zhangjiajie, nella provincia di Hunan. Si ritiene che tre casi confermati nella città di Dalian, provincia di Liaoning, siano passati dall’aeroporto di Nanchino prima di recarsi a Zhangjiajie.
Secondo il ‘Washington Post’, gli ultimi dati provenienti sulla Cina stanno sollevando dubbi sull’approccio ‘tolleranza zero’ adottato dalle autorità dall’inizio della pandemia, con intere città sigillate in caso di contagi e controlli rigorosi ai confini per mantenere bassi i tassi di infezione.
A Nanchino è stato imposto un semi-lockdown. Quasi tutte le attività commerciali e sociali sono state sospese e i quartieri considerati ad alto rischio sono stati transennati. I taxi non possono lasciare la città. Ma poiché i casi di coronavirus hanno continuato ad emergere in altre città a causa della variante Delta, alcuni esperti hanno suggerito la necessità di cambiare strategia.
“L’epidemia di Nanchino serve come spunto di riflessione per il futuro della nostra risposta alla pandemia”, ha affermato Zhang Wenhong, uno specialista in malattie infettive spesso considerato come l’alter ego cinese di Anthony Fauci. Secondo Zhang, se l’epidemia peggiorasse in modo significativo, “potrebbero essere necessarie misure più decise”.)