“Entrare in questo gruppo è stato molto facile per l’ambiente che è stato creato anche grazie a Meo (il coach Sacchetti, ndr) e per i ragazzi che ci sono. Quando ho dato la mia disponibilità e sono poi stato convocato la prima cosa che ho fatto è sentire Abbas e ringraziarlo per quello che ha fatto e volevo che lo sentisse direttamente da me. E stato anche grazie a lui che io sono qua e che il mio sogno si è realizzato”. Danilo Gallinari parla così a Saitama in occasione di un incontro con i media italiani dopo l’allenamento della Nazionale azzurra di basket in vista della prima sfida dei Giochi di Tokyo 2020 contro la Germania. Awudu Abass dalla lista dei 12 giocatori convocati quando Gallinari ha dato la sua disponibilità. “Ho detto ai ragazzi che sono in debito a vita, li ringrazierò per sempre, ma ora che siamo qui dobbiamo cercare di portare qualcosa a casa e divertirci. Quando ci sei ci devi provare”, aggiunge il giocatore Nba.
“Il mio valore aggiunto? Penso di entrare in un gruppo molto versatile. Giocatori che possono scambiarsi i ruoli, che è stata un po’ la mia forza in carriera che si aggiunge a quella del gruppo. Se mi ha cambiato la paternità? Mi ha cambia la vita, ma come giocatore sono sempre lo stesso. A cosa rinuncerei per una medaglia? Fatemi una lista di cose e credo che direi di sì a tutto. Noi ce la giochiamo con tutti, non vogliamo fermarci qui perché qualsiasi atleta gioca per vincere”, sottolinea l’ala degli Atlanta Hawks.
“Germania, Australia, Nigeria sono squadre che hanno tanta qualità, fisicità, esperienza e talento, hanno tutto per vincere. E’ difficile trovare un punto debole. Noi affronteremo le partite con il cuore e la cattiveria agonistica che fa la differenza. Cosa abbiamo noi in più? Noi abbiamo la versatilità, la possibilità di correre e l’arma dei tre punti. Se riusciamo a tenere alta la percentuale dei tre punti abbiamo la possibilità di vincere le partite. Con la nostra presenza qui, penso e spero possa dare un bel messaggio per il nostro basket, anche ai ragazzi giovani”, conclude Gallinari.