Domani la Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, a quanto apprende l’Adnkronos, potrebbe coagulare la maggioranza qualificata richiesta, i due terzi, per convalidare l’incarico di presidente già indicato dal Cda Rai per Marinella Soldi. L’agente coagulante ha un nome e un cognome: Mario Draghi. In queste ore la Lega sembra non aver dato un’indicazione netta, ma la partita già si sta spostando sulle ‘compensazioni’ ex post che riguardano la casella di direttore generale (che potrebbe essere raddoppiata con un dg che ha la delega del prodotto e un dg che ha la delega della corporate). Compensazioni chieste dal Movimento Cinque Stelle che ritiene di non avere in Rai un riscontro adeguato alla rappresentanza parlamentare e chiede, quindi, con fermezza un ruolo per Beatrice Coletti.
Sfumata, a quanto pare, la presidenza, potrebbe essere lei uno dei due direttore generali, ma in pochi fra i parlamentare più esperti di ‘risiko’ politico ci scommettono, anche per via del fatto che la Coletti è un’esterna alla Rai. Cosa che non potrebbe scandalizzare nessuno, dati i precedenti, ma che potrebbe rappresentare un ostacolo in più.
Compensazioni dicevamo, ma forse per la Lega è più appropriato usare il termine rassicurazioni, visto che il Carroccio sembra disposto a votare Soldi se Marcello Ciannamea, già interno alla Rai (è l’attuale direttore Distribuzione), sarà indicato come direttore generale della Rai e se gli attuali direttore e condirettore della Tgr Alessandro Casarin e Roberto Pacchetti resteranno al loro posto.
Il voto contrario di Fratelli d’Italia è scontato, ma anche qui il lavoro sulle compensazioni è in corso per rimediare allo strappo politico che si è consumato nel centrodestra dopo il mancato voto dell’uomo Rai di Giorgia Meloni, Giampaolo Rossi. C’è chi parla della possibilità di una terza casella di Dg per lui, ma è una ipotesi remota. Certo è – questo nella maggioranza lo dicono in molti – che qualcosa per lui scapperà fuori, se non subito, in autunno.
Ecco, il fattore tempo, è una delle voci più interessanti della partita, anche quella delle nomine editoriali. Il nuovo ad Carlo Fuortes entrerà in pista cambiando subito le pedine del gioco affinché le amministrative abbiano nuovi direttori dei Tg oppure lascerà tutto così com’è in controtendenza con quanto ci si aspetta? In questo caso, sembra che la notizia sia proprio questa: Fuortes prima delle elezioni amministrative non intenderebbe toccare palla rispetto alle direzioni de Tg. E chissà che questo, al lordo delle delusioni di alcuni, non smini però il campo della polemica politica che accompagna ogni nuovo inizio in Rai e, ahimè, ogni corso.