A 52 anni dalla fatidica discesa del primo uomo sulla Luna, Jeff Bezos celebra quel 20 luglio del 1969 con un colpo di genio. Domani, in occasione dello storico anniversario dell’Apollo 11, il fondatore del colosso dell’ecommerce Amazon e della società di voli spaziali Blue Origin porterà infatti in orbita due generazioni di turisti spaziali: il più giovane, l’olandese 18enne Oliver Daemen e la più anziana, la statunitense 82enne Wally Funk. E se il ragazzo avrà presto una storia ‘top’ da raccontare sui social, la dama che Bezos ha invitato a bordo del New Shepard può vantare il titolo di ‘più anziana astronauta della storia spaziale’ visto che, negli anni ’60, appena 22enne, aveva anche fatto domanda per entrare nel corpo astronauti della Nasa ma, a causa di un gender gap ancora in voga, non poté partecipare nemmeno alle selezioni.
Dunque se per Oliver il volo suborbitale sarà probabilmente tutto un selfie e per Wally dopo 60 anni si chiude un cerchio, per Bezos “si centra un geniale obiettivo di marketing” commenta secca l’astrofisica Patrizia Caraveo, conversando con l’Adnkronos su ‘quanta terra è passata sotto i nostri piedi’ nell’anniversario del primo passo di Neil Armstrong sulla Luna. “Quello di Bezos è un colpo di genio. Avere invitato a volare due generazioni insieme e per la prima volta é una geniale visione di marketing”
sottolinea la scienziata italiana, dirigente di ricerca e responsabile per Inaf dell’analisi dei dati del satellite Fermi.
“Con questa scelta Bezos ci ha ‘spiegato’ come mai e non a caso é il fondatore di Amazon e che oggi punta dritto con la sua impresa di voli spaziali Blue Origin a contendere il posto al vertice di ‘imprenditore privato dello spazio’ ad un altro visionario: Elon Musk, fondatore di Space X” sottolinea Caraveo che ha raccontato nel suo libro “Conquistati dalla Luna” (Raffaello Cortina Ed, 2019) la storia di Wally Funk e delle 13 donne aviatrici.
“La storia -ricorda Patrizia Caraveo- inizia con la curiosità del medico degli astronauti Randy Lovelace che aveva già esaminato tanti uomini ma continuava a chiedersi come avrebbero reagito le donne sottoposte alle stesse prove. L’incontro con l’aviatrice Jerrie Cobb ha poi trasformato la curiosità in un progetto e nella clinica di Lovelace all’epoca sono state selezionate 13 aviatrici che superarono tutti i test. Fra queste c’era anche Wally Funk che, con appena 22 anni, era la più giovane del gruppo”. Autrice di diversi saggi e libri di divulgazione scientifica come “Il Cielo é di tutti” (ed.Dedalo), Caraveo commenta che “Wally ha un sorriso fantastico, nel suo sorriso c’è un messaggio di positività e ottimismo e Bezos – ribadisco- é un genio del marketing perché, sebbene arriva dopo una settimana dal volo della Spaceflight Unity 22 del miliardario britannico Richard Branson, Bezos ha giocato sulla coincidenza della data dell’Apollo 11 e soprattutto al portare in volo l’anziana 82enne e il giovanissimo 18enne”.
“Il ragazzo di 18 anni, Oliver Daemen, è invece un ‘ripiego intelligentissimo’ di Bezos perché avrebbe dovuto volare persona sconosciuta che ha pagato 28 milioni di dollari, poi il volo è stato annullato e Bezos ha avuto l’idea brillantissima di scegliere il più giovane di tutti, insieme alla viaggiatrice spaziale più anziana, Wally Funk, che ora sarà ‘astronauta’ grazie al patron di Amazon”.
“Wally si era comprata un biglietto - per un po’ meno di 100mila dollari – per in volo suborbitale con Virgin Galactic che però non é mai partito. Era il 2010 e adesso il suo sogno si avvera e Funk entra nella storia accanto all’astronauta professionista a John Glenn che aveva ben 77 anni quando è tornato nello spazio con lo Space Shuttle”. Dunque un count down carico di memorie per Wally, prima donna a ricoprire la posizione di ispettore della General Aviation Administration e prima donna a fare parte del National Transportation Safety Board. “Il viaggio di domani non é come andare in orbita ma – taglia corto Caraveo – meglio che niente per la volitiva ed energetica signora”.