“Noi diamo un giudizio largamente positivo sulla decisa accelerazione sugli accosti, e cioè sull’avere delle banchine per navi da crociera a Marghera. E’ da dieci anni che chiediamo di avere un altro luogo dove andare per evitare di passare dalla Giudecca, siamo stati i primi a farlo, perché la Giudecca sappiamo essere super-divisiva e controversa. E quindi per noi dopo 10 anni questo è il primo verso segno tangibile di un progresso. E quindi diamo un giudizio positivo”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Francesco Galietti, direttore per l’Italia di Clia, l’associazione internazionale delle compagnie crocieristiche, sulla decisione di ieri del governo riguardo lo stop, dal 1° agosto, al transito delle navi da crociera davanti San Marco a Venezia.
E sulle compensazioni ai privati previste dal decreto del governo Galietti sottolinea: “Ovviamente, quella del governo è una soluzione con applicazione immediata e quindi interviene su decisioni già prese da molte compagnie che avevano pianificato accosti nel corso del 2021 e quindi obiettivamente qualche impatto negativo c’è, particolarmente pesante per la comunità economica locale. Lì bisognerà vedere quanto saranno efficaci queste misure compensative”, aggiunge ancora.
“Per noi è importante -prosegue Galietti- avere un altro luogo dove potere mandare le navi. Attendiamo laicamente cosa esce dal concorso di idee del governo su cui l’autorità portuale sta creando il bando e nel frattempo accogliamo positivamente le misure a breve termine come gli accosti”, continua.
E Galietti spiega che “l’Italia è uno di quei Paesi al mondo in cui la crocieristica non si è mai interrotta. Anche l’anno scorso sono state pochissime le navi ma non hanno mai interrotto la loro attività. E il nostro è uno dei settori che ha sviluppato dei protocolli anti-Covid avanguardistici. Questo è ancora un anno di transizione, non possiamo dire che il peggio è alle spalle e i numeri del settore non sono neanche lontanamente quelli del periodo pre-Covid. Venezia nel pre-Covid aveva 500 toccate all’anno, quest’anno non ci saranno per la decisione del governo ma sarebbero state comunque 20”.
“E’ un settore colpito dalla pandemia -continua- che, per dare un segnale alle comunità con cui collabora e all’indotto che ha in Italia ha continuato a operare, ha sviluppato protocolli di sicurezza come il concetto di bolla al quale tutto il settore del turismo ha guardato con interesse. Ma ovviamente non è ancora un anno di ripresa piena”, conclude Galietti.