(dall’inviata Elvira Terranova) – Nel caso Grillo junior la battaglia si sposta adesso su un lungo messaggio vocale mandato, il giorno dopo il presunto stupro di gruppo, dalla giovane italo-norvegese a un’amica di Oslo, Mya. Quattordici minuti e 45 secondi di audio in cui la giovane piange, si dispera e si confida con l’amica raccontandole quanto accaduto. E dice “Il sesso per me è sacro, io lo faccio solo con chi amo”. Invece, quella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019, nella villa del garante del M5S, secondo il racconto della ragazza, di sacro e di amore non c’era neppure l’ombra. Violenze di gruppo, sesso estremo, fotografie con i genitali appoggiati sul viso dell’amica che dormiva. Mezza bottiglia di vodka fatta bere “con la forza”. C’è tutto questo nel racconto dell’orrore della giovane agli inquirenti. Che dopo quasi due anni di indagini, già chiuse una prima volta nel novembre del 2020, hanno chiesto il rinvio a giudizio per i quattro giovani, Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. L’accusa è gravissima: violenza di gruppo.
Il file audio è stato prodotto oggi, alla prima udienza preliminare, davanti alla gup Caterina Interlandi, dall’avvocata Giulia Bongiorno che con Dario Romano rappresenta la giovane italo-norvegese. Mentre l’altra ragazza è rappresentata dall’avvocato Vinicio Nardo. Dopo quasi un’ora di camera di consiglio, per decidere sulle questioni preliminari sollevate dalle parti, la gup ha accolto la produzione di serie di articoli di giornale, videointerviste e dichiarazioni chiesta dall’avvocata di parte civile Giulia Bongiorno. La difesa dei quattro giovani genovesi ha chiesto, invece, la perizia tradotta del file audio in inglese del messaggio finora rimasto nella memoria del telefonino della vittima della presunta violenza. “Ci sono alcune frasi nello slang giovanile che possono essere interpretate in maniera diversa – spiega l’avvocato Mariano Mameli che difende Edoardo Capitta – per questo motivo chiediamo la perizia tradotta”. Ma cosa emerge dalla chat? “Ero come fuori di me – dice la ragazza nel vocale whatsapp – li ho lasciati fare”. E ancora: “Per me il sesso è qualcosa che voglio fare con qualcuno che amo, e non vendermi così, come molti altri dei miei amici anche qui in Italia. Perché per me è tipo una cosa sacra, se possiamo dire così”.
Nel vocale registrato, in inglese, depositato oggi agli atti, in possesso dell’Adnkronos, la giovane si sfoga con l’amica norvegese: “Parlo sempre di come, tipo, in discoteca a volte perdo la testa e inizio a divertirmi con le persone – dice a Mya -Ok, va bene. Cioè, non va bene, ovviamente, ma, ci puoi passare sopra, non si è così grave, almeno per me, è tipo, ok, va bene, è successo, chi se ne frega, no?”. E ancora: “Ma, tipo, due sere fa non mi sono nemmeno divertita con nessuno. E sai, te l’ho sempre detto questo, divertirsi con qualcuno è ok, ma fare sesso per me è qualcosa di, forse… non so, spero che quello che sto dicendo non ti sembri superficiale, ma per me il sesso è qualcosa che voglio fare con qualcuno che amo”.
Ma per i legali ci possono essere “elementi molto rilevanti” anche “nel telefono delle ragazze che possono essere molto importanti per le decisioni da assumere”, come dice l’avvocato Gennaro Velle, legale di Francesco Corsiglia, uno dei quattro indagati per lo stupro di gruppo in Costa Smeralda. Vinicio Nardo, legale della seconda ragazza, parlando del 2clamore mediatico” della vicenda dice all’Adnkronos: “E’ inevitabile il clamore mediatico su questa vicenda, ma questo non diventa un processo politico né esemplare. Resta una storia brutta, di ragazzi”. “Dobbiamo permettere ai giudici di fare il loro lavoro – dice – Non voglio invitare all’indulgenza ma invitare alla cautela e alla riservatezza. A me pare che tutti i legali hanno mantenuto questo atteggiamento di riservatezza”. “C’è grande cautela, perché sono convolti ragazzi molto giovani, dia da una parte che dall’altra”, conclude.
I legali degli imputati escludono poi che “l’inchiesta per revenge porn di cui abbiamo letto sui giornali” possa riguardare “i nostri assistiti”, come spiegano gli avvocati Alessandro Vaccaro e Gennaro Velle che difendono rispettivamente Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. “La richiesta di rinvio a giudizio corrisponde agli avvisi di conclusione delle indagini preliminari e non poteva cambiare e non è cambiato. Peraltro il reato a luglio 2019 non era ancora in vigore”. E aggiunge: “Abbiamo sempre detto e lo hanno detto a chiare lettere i ragazzi negli interrogatori che non hanno mai diffuso video o foto”. Ma Bongiorno non la pensa così: “C’è stato un approfondimento investigativo, un rimbalzo di immagini e di video su cui la Procura credo stia approfondendo”. Adesso i legali hanno tempo fino al 20 ottobre “per potere indicare gli elementi probatori essenziali e alla luce di quello che verrò fuori eventuali nostre richieste di rito alternativo o meno”. La gup oggi ha intanto accolto le richieste di costituzione di parte civile delle due parti offese.
La senatrice leghista Giulia Bongiorno, uscendo dal tribunale di Tempio Pausania, spiega: “La denuncia è un grido di dolore, questo grido di dolore è stato trasformato sotto forma di denuncia. La sede naturale è l’udienza preliminare che finalmente è arrivata. Ed è quello che mi ha detto la mia assistita. Per noi è importante che ci sia una verifica giudiziaria”. “In questi giorni ho visto la mia assistita. E’ evidente che in questo momento la ragazza vuole che con l’udienza preliminare venga posto un punto fermo. Sapete quanto tempo è passato. Uno dei problemi in Italia è la lunghezza dei processi”, aggiunge.
“Potete immaginare quanto voglia arrivare subito a un punto fermo chi ha una lesione di questo genere – dice – Certamente per noi questa udienza preliminare è un primo traguardo. Per noi è importante che si ponga fine. Il dolore è già tanto, un dolore che continua a trascinarsi senza certezze si amplifica. Non è serena ma vede in questa udienza preliminare un punto fermo”. L’udienza preliminare proseguirà il prossimo 5 novembre e il 12 novembre.