Nel 2020 i consumi di energia elettrica (284 TWh) registrano una diminuzione del -6% ( -1% nel 2019), dovuta principalmente alla straordinaria situazione pandemica verificatasi durante l’anno. La flessione ha interessato tutti i settori di consumo, in particolare il terziario e l’industriale, a eccezione di quello domestico dove si è registrato un aumento dei consumi del +2%.
E’ quanto emerge dalla Relazione Annuale Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente, sullo Stato dei servizi e sull’Attività svolta nel 2020.
La domanda nazionale è stata soddisfatta per il 90,2% (l’88% nel 2019) dalla produzione nazionale, mentre per la parte rimanente dal saldo con l’estero, per un livello mai così basso negli ultimi vent’anni. L’energia importata risulta in diminuzione del 9,5%, mentre quella esportata, comunque di ammontare limitato, è in aumento anche nel 2020 (+30%).
Nel 2020, rileva Arera, la produzione nazionale lorda di energia elettrica in Italia è stata pari a 281,5 TWh (-4,2%), rispetto ai 293,9 TWh del 2019. Lo straordinario evento pandemico ha fatto registrare una contrazione rispetto all’anno precedente, quando si era registrata una ripresa della produzione (+1,4%), rispetto al calo di circa il 2% del 2018.
Il termoelettrico è passato da 176,17 a 163,54 TWh (-7,2%), mentre le fonti rinnovabili sono risultate complessivamente in lieve aumento, nonostante una contrazione del 7,4% nella produzione da fonte eolica e dello 0,8% nel geotermico. La produzione di energia solare, in particolare, ha fatto registrare un incremento del 5,3% rispetto al 2019 quando, la produzione da questa tipologia di fonte era stata del 4,6%.
La richiesta di energia sulla rete è stata soddisfatta per il 41,2% dalla produzione da fonti energetiche rinnovabili (idroelettrica rinnovabile, eolica, fotovoltaica, geotermica e biomasse) registrando un valore pari a 116,05 TWh (+1,3% rispetto all’anno precedente).