Scuola in presenza, governo al lavoro per il ritorno in sicurezza degli studenti. Ma prima della riapertura, spiega il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri a ‘Studio 24’ su Rainews24, “andrà organizzato un attento monitoraggio con tamponi, test rapidi, test salivari per i bambini più piccoli. Servirà essere pronti, diversamente dallo scorso anno, con un’ampia capacità diagnostica. Non dobbiamo e non saremo impreparati su questo”.
“Dobbiamo tendere alla riapertura della scuola e dell’università con lezioni frontali. All’università sarà più facile, perché i ragazzi possono vaccinarsi. Sotto i 12 anni la distanza e la mascherina saranno il presidio fondamentale. Dai 16 anni in su c’è un’adesione maggiore alla vaccinazione. Sono più preoccupato tra i 12 e 15 anni, c’è un certa discussione, animosa in certi gruppi per la vaccinazione in questa fascia di età”, ha detto Sileri che ha riaffermato la sua contrarietà all’obbligo vaccinale per i docenti. “L’insegnante non è personale sanitario, non serve un obbligo – ha rimarcato Sileri – Avere l’85% di adesione oggi è una buona percentuale, che crescerà, ma non sarà mai il 100%. Potremo arrivare anche al 95%, ma ci sarà sempre una percentuale che non si vaccina”.
E visto che non abbiamo un vaccino per i bambini sotto i 12 anni, ha ricordato il sottosegretario e medico, “per proteggere i nostri figli saranno necessarie delle regole di distanza e di utilizzo appropriato delle mascherine, da parte degli insegnanti, verosimilmente Ffp2 per fare sì che la circolazione sia quanto più limitata possibile. Non sarà mai zero, in medicina lo zero non esiste”.
“La stragrande maggioranza degli insegnanti – ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza entrando all’assemblea generale di Farmindustria a Roma sul tema della vaccinazione dei docenti e del personale scolastico – ha aderito alla vaccinazione, c’è una una percentuale molto significativa del personale scolastico, dobbiamo lavorare perché questa percentuale cresca ancora nelle prossime settimane e secondo me le condizioni ci sono. Lavoriamo perché” a settembre la scuola “possa riprendere nel modo più sicuro possibile”
E per il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, intervenuto oggi alla ‘Repubblica delle idee’, “la scuola italiana è in cammino. Non è che il ritorno in presenza sia un problema solo del governo: tutti dobbiamo lavorare per tornare alla normalità Io me ne sto già occupando, voglio che se ne occupino anche gli altri, voglio che lo facciamo assieme, dobbiamo insistere, condividere, sostenere il ministro per tornare ad una scuola in presenza che sia una scuola di affetti. Va fatto insieme, io ci sono ma dovete esserci anche voi”.