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Vaccini: “Da fine dicembre si potrebbe partire con la terza dose”. L’annuncio choc del sottosegretario Costa

Tanto per cambiare (!), intervenendo sui vaccini, stamane il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha annunciato che “Per la terza dose di vaccino anti Covid in Italia ci vorrà probabilmente un anno dal primo ciclo. Abbiamo iniziato a vaccinare a fine dicembre 2020, quindi le terze dosi potrebbero essere somministrare a fine dicembre“.

Dunque, premessa forse ‘l’eccessiva fretta’ di tale affermazione (quando siamo ancora ad appena il 32% di vaccinati in Italia), irrita e basta questo nuovo ‘capovolgimento’ di cose: aldilà di quanto duri la protezione del vaccino (giorni fa si dava il Pfizer efficace addirittura ‘per anni’), a quanto sembra quello della terza dose potrebbe essere un iter che ‘tutti’ dovremo affrontare.

Costa: “Con 500mila dosi al giorno possiamo raggiungere l’immunità di gregge a settembre”

Quindi, cercando di rassicurare circa l’espansione dell’immunizzazione nel Paese, Costa ha rimarcato che “Noi siamo nelle condizioni di proseguire con le 500mila dosi di vaccino anti Covid giornaliere, e con l’obiettivo dell’immunità di gregge entro fine settembre. Possiamo farlo”.

Ma ovviamente, su tutto, “la scuola in presenza è un obiettivo primario del Governo”.

Costa: “Vaccinare gli studenti per riprendere l’anno scolastico in presenza”

Il sottosegretario tiene infatti a ricordare che “Anche il premier Draghi l’ha messo tra le priorità. Dobbiamo riprendere l’anno scolastico in presenza e le condizioni credo che ci siano. Abbiamo 2 mesi davanti per proseguire con la campagna vaccinale. Oggi la percentuale dei giovani è bassa, ma con i 16 milioni di vaccinazioni che possiamo fare al mese c’è tutta la possibilità di ampliare la platea dei giovani”.

Costa: “Non dobbiamo trasformare la prudenza in paura: sui vaccinati la Delta non ospedalizza”

Infine, riguardo alla variante Delta, Costa spiega che “dobbiamo monitorare e valutare, ma con un atteggiamento di prudenza e non dobbiamo trasformare la prudenza in paura. I dati ci dicono che sui cittadini vaccinati la variante Delta è meno aggressiva e raramente provoca ospedalizzazioni“. Ed ancora: “Il vaccino reagisce positivamente e possiamo guardare al futuro con ottimismo. Oggi considerato il numero dei contagi possiamo migliorare il tracciamento e circoscrivere le criticità”.

Allora, perché una terza dose?

Che dire? ‘Sulla carta’ non fa una piega, se non fosse che, ancora oggi, politici ed autorità sanitarie danno sempre più la sensazione di ‘navigare a vista’. Un fatto che certo non incoraggia…

Max