È stato presentato oggi, a Villa Blanc, il Primo Rapporto di ricerca sul settore del Gioco in Italia, nato dalla collaborazione tra la Luiss Business School e Ipsos e realizzato con il supporto di Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Obiettivo dello studio: analizzare il fenomeno del gioco ponendo attenzione al caso italiano, con l’obiettivo di comprendere le dinamiche del settore, i comportamenti dei giocatori e i rischi connessi allo sviluppo dei canali illegali. Il gioco costituisce, non solo in Italia, una vera e propria industria: elevato è il numero di persone, tra giocatori e lavoratori, che ne sono coinvolte, come pure l’attenzione delle autorità pubbliche e il rilevante valore economico (inteso come capacità di generare reddito, occupazione e risorse per la finanza pubblica) che il settore ha assunto.
Di questo hanno parlato, nella prima parte dei lavori, il Prof. Alberto Petrucci, Ordinario di Economia Politica, Luiss Guido Carli, e la Dott.ssa Ilaria Ugenti, Corporate Reputation Leader, Ipsos, introdotti dal Prof. Matteo Giuliano Caroli, Head Applied Research, Luiss Business School. L’incontro ha visto inoltre la partecipazione del Prof. Marcello Minenna, Direttore Generale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, e della Prof.ssa Livia Pomodoro, Presidente Advisory Board del Progetto, il comitato di indirizzo che ha il compito di interagire con il team di lavoro per discutere e interpretare obiettivi e implicazioni dei risultati della ricerca. La prima sessione dei lavori si è conclusa con l’intervento dell’On. Claudio Durigon, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Tra le principali evidenze del report, va segnalata l’importanza dei dati relativi all’impatto della pandemia. Se nel complesso, nel 2018 il settore delle “Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco” contava 9.265 imprese, 42.818 occupati, con un fatturato complessivo di oltre 15 miliardi di euro e un valore aggiunto di oltre 3 miliardi di euro, nel 2020, nonostante la crescita del gioco on line, la spesa complessiva ha subito una riduzione del 33,5%. Inoltre, nel settore del gioco fisico, il più colpito dalle conseguenze del Covid-19, la spesa si è ridotta del 41,7%, con evidenti travasi versi i canali illegali. Di conseguenza, nel 2020 il gettito erariale da gioco ha registrato la più bassa incidenza alle entrate fiscali dal 2006.
L’appuntamento è proseguito con una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Rai Serena Bortone, alla quale hanno preso parte: il Prof. Raffaele Oriani, Referente scientifico Progetto di ricerca sul settore del Gioco e Associate Dean, Luiss Business School, Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia, il Dott. Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia, la Prof.ssa Emanuela Randon, Docente del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna, che hanno illustrato la ricerca e i dati emersi.
Come ha sottolineato il curatore dello studio, Raffaele Oriani, Associate Dean, Luiss Business School, “la nostra ricerca presenta una fotografia analitica e sistematica del settore. Le evidenze e i risultati di tale lavoro potranno costituire una valida base scientifica in vista di eventuali future discussioni sulla regolamentazione della filiera e su un suo sviluppo equilibrato e sostenibile”.
Dallo studio, infatti, emerge che il 67,7% della popolazione italiana maggiorenne, ossia 31.350.000 di individui ha effettuato qualche tipo di gioco nel 2020. Sono stati stimati, tuttavia, circa 4,4 milioni di giocatori in canali illegali che rappresentano un universo complesso, all’interno del quale ricadono individui con diverse attitudini e inclinazioni, ma con caratteristiche sociodemografiche più definite. Sono, infatti, prevalentemente uomini (71%) mediamente più giovani del totale dei giocatori e risiedono di più nel Sud e Isole.
Il giocatore che gioca in circuiti illegali non è un soggetto ai margini della società, bensì è una persona integrata nel tessuto sociale che ha un’occupazione (72%) e un tenore sopra la media (14%). Il giudizio sul gioco illegale denota una certa indulgenza da parte di molti giocatori: solo 2 italiani su 3 ritengono che si possano avere problemi con la legge, percentuale che scende a 1 su 2 tra i giocatori dei canali illegali. Ma la tolleranza rispetto ai comportamenti illegali sembra essere in contrasto col percepito generale del gioco illegale, che è considerato un problema serio dall’86% degli italiani e persino dal 69% dei giocatori dei canali illegali.
La presentazione è stata, infine, l’occasione per annunciare il Protocollo d’intesa firmato dalla Luiss e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per rafforzare la reciproca collaborazione nell’ambito di progetti di studio e ricerca sul settore del gioco, in continuità con il lavoro dell’Osservatorio sui Mercati Regolati, utile a garantire la tutela dei clienti e degli operatori, arginare la diffusione di canali non autorizzati e tutelare un mercato economico divenuto essenziale. «Lo studio evidenzia diverse dinamiche che meritano l’attenzione di chi è chiamato a riflettere sul futuro del gioco legale – ha dichiarato il Presidente di Ipsos, Nando Pagnoncelli – Abbiamo rilevato più di 4 milioni di giocatori in canali illegali che, a differenza di quanto spesso si pensa, non sono degli individui marginali, ma pienamente inseriti nella vita civile e sociale. Un altro fenomeno che merita attenzione è il gioco legale non consapevole, agito da chi non comprende bene il limite tra legalità e illegalità, fenomeno che osserviamo sia on-line sia off-line. Una strategia comunicativa più efficace sembra essere necessaria per far uscire dall’illegalità questa quota di giocatori».