La richiesta di rinvio a giudizio del cardinale Angelo Becciu e di altre nove persone al termine dell’inchiesta sull’ investimento londinese nel palazzo di Sloane Avenue apre una nuova era in Vaticano. Ne è convinta Francesca Immacolata Chaouqui, già membro della Cosea in Vaticano, processata e condannata a 10 mesi per concorso in divulgazione di documenti riservati nell’ambito di Vatileaks. “Ho pagato un prezzo alto, forse il più alto di tutti – osserva all’Adnkronos la pierre – ma rifarei tutto per aiutare il Papa nella strada della trasparenza. Oggi finisce l’era delle porte in faccia che anche Cosea si è vista chiudere quando si chiedeva contezza degli investimenti in Vaticano”.
“Per quel che mi riguarda – dice Chaouqui – dal punto di vista personale questa è una giornata emozionante. Per me si chiude il cerchio di quello che è stato il servizio svolto al fianco del Santo Padre. Adesso sarà la magistratura a decidere le responsabilità di ognuno. Mi auguro si possa affrontare il procedimento in modo sereno e giusto. Quel che è importante è che il Papa è andato avanti sulla sua idea di trasparenza, sulla sua volontà di cercare la giustizia e la verità”.
Ora l’inchiesta con il rinvio a giudizio del cardinale Becciu e di altre nove persone che sortirà? “Io credo – osserva- che il cardinale Becciu affronterà il processo e si difenderà in giudizio cercando di dimostrare la sua innocenza, se è innocente. Io credo però sia arrivato il tempo di mettere da parte acredini e tensioni che si sono create, ognuno in queste battaglie ha lasciato un pezzo della propria vita . La cosa che auguro a tutti noi è di ritrovare un po’ di serenità e di equilibrio per affrontare le cose come andranno”.
L’ex esponente di Cosea torna agli anni in cui è stata membro della Pontificia Commissione Referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede: “Questo che sta accadendo oggi, se pensiamo al Vaticano che accusò me cinque anni fa per avere divulgato notizie riservate, pare impossibile però quel Vaticano oggi non esiste più, esiste un Vaticano pronto ad affrontare con determinazione la verità a qualunque costo. Quando Cosea chiedeva contezza investimenti ci chiusero la porta in faccia, oggi tutto cambia e non rimpiango nulla, ho affrontato anche il pregiudizio della gente ma ho vissuto per qualcosa di grande”.
Chaouqui ha attaccato spesso il cardinale Angelo Becciu. “Il dissapore personale verso Becciu dispiace, mi dispiace anche essere stata a volte dura nei suoi confronti perché questa storia mi ha toccato molto. Io ho pagato un prezzo alto, il più alto, ma oggi mi rendo conto che anche per me deve arrivare un tempo di perdono. Io – dice Francesca Immacolata Chaouqui – mi aspetto che le varie parti del processo chiariranno e forse riscriveranno Vatileaks però oggi la cosa importante è ritrovare serenità verso il cardinale. Io spero che questo processo non sia per vendette ma per fare luce su ciò che è accaduto. Non sarà un regolamento di conti, tante persone hanno sofferto e ci sono vite distrutte. Chiunque si avvicinava al sistema doveva essere spazzato via. Io per prima”.
Chaouqui pensa che Bergoglio, con la sua operazione trasparenza, abbia voluto “portare le persone ad assumersi le loro responsabilità nel bene e nel male. Bergoglio ha fatto questa enorme opera per spiegare che il suo Vaticano non da’ spazio a corruzione, peculato, a calunnie, alla distruzione della vita per una lobby finanziaria. Io sono ammirata dal lavoro della Gendarmeria e della Procura del Vaticano anche in un clima dove i media non erano a favore né dell’inchiesta né della trasparenza . Se tornassi indietro e mi richiedessero di servire il Papa in questo modo lo rifarei, tornerei anche in commissione”.
Infine un pensiero al cardinale Becciu che si difenderà dalle accuse nel processo: “Auguro al cardinale un periodo di riflessione su eventuali responsabilità, se ne ha, e sennò di fare valere le proprie ragioni. Io non ho risentimento e spero che ognuno rifletta su errori e cose fatte perché si sta parlando della Chiesa universale e non di una società finanziaria”.