Quanto avvenuto presso l’istituto comprensivo Niccolò Pisano, a Pisa, “conferma come il mondo della scuola stia subendo fortissime pressioni da parte di chi vuole imporre a tutta la comunità il proprio furore ideologico sull’identità di genere. Le segnalazioni ormai non si contano più, in particolare da quando si può utilizzare il disegno di legge Zan come scusa per poi allargare strumentalmente il discorso ad argomentazioni e tesi più estreme”. Lo dice all’Adnkronos il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, che aggiunge: “Le dichiarazioni del dirigente scolastico, se confermate, sarebbero di una gravità assoluta: sia per l’arroganza con cui sono state ignorate le legittime rimostranze delle famiglie sia per le considerazioni politiche del tutto inappropriate”.
Sasso aggiunge: “Un preside non si rivolge in quel modo a delle madri né smette i panni dell’educatore per indossare quelli dell’agitatore politico. Solleciterò personalmente il ministro Bianchi affinché venga predisposta un’ispezione ministeriale che faccia luce su eventuali comportamenti inappropriati. Nessuno può ritenersi al di sopra delle regole”.
“Va ricordato come una circolare del ministero dell’Istruzione, la numero 1972 del 2015, vieti espressamente il dibattito sull’identità di genere nelle scuole. Il caso di Pisa colpisce soprattutto per la giovane età degli studenti coinvolti – conclude Sasso – il che rende ancora più inaccettabile la protervia di chi si fa portatore di un pensiero unico in cui il contraddittorio non è nemmeno preso in considerazione”. (di Roberta Lanzara)