Caso Saviano, la Fondazione del Festival di Ravello scrive a Letta dopo le polemiche. Una Fondazione composta da “persone libere e autonome non meno dei signori Scurati e Saviano”, si legge. La “politica non c’entra nulla” con quanto deciso per la programmazione del Festival che ha messo al centro solo e sempre la musica. E’ in sintesi il contenuto della lettera aperta della Fondazione al leader del Pd che oggi su Twitter ha rivolto il suo invito permanente a Saviano e Scurati alla festa dem, dopo l’accusa rivolta dallo scrittore di ‘Gomorra’, via social, al governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di non volerlo come ospite al Festival di Ravello e le conseguenti dimissioni di Antonio Scurati, da poche settimane alla guida della fondazione.
“Le rimetto in allegato il comunicato del 18 giugno u.s. degli organi della Fondazione Ravello, preposti alla programmazione culturale della fondazione stessa, composti da persone libere e autonome non meno dei signori Scurati e Saviano – si legge puntualmente nel testo della missiva – È montata, sulle dimissioni del dott. Scurati, una polemica politica, a cui il Suo post odierno rischia di fare da sponda, su una vicenda rispetto alla quale la ‘politica’ non c’entra nulla. Sarebbe opportuno che prima di trasformare in martiri della libertà persone che non lo sono, ci si informasse sui fatti. La ragione del Festival di Ravello è la realizzazione di eventi musicali di grande livello e la programmazione del Festival 2021, approvata dagli organi competenti, ha previsto qualificati concerti di livello internazionale, come da programma che si allega per opportuna conoscenza”. “Potrà venire quando vuole ad assistere agli spettacoli programmati dal direttore artistico Alessio Vlad, oltre che alla celebrazione del centenario della morte di Enrico Caruso, simbolo eterno della musica nel mondo. Altri eventi, che esulano dalla musica, peraltro mai proposti agli organi statutari, ma frutto di estemporanee e solitarie iniziative – rimarcano gli organi della Fondazione Ravello – sono sicuramente coerenti con la Festa dell’amicizia, ma estranei ad un Festival, di rilievo internazionale, della musica, che non ha colori politici”. Tornando al comunicato di ieri, 18 giugno, richiamato dalla Fondazione nella lettera a Enrico Letta, ecco di seguito il contenuto.
“In relazione a talune errate ricostruzioni sugli antefatti delle dimissioni del prof. Antonio Scurati, gli organi in carica della Fondazione Ravello precisano – è il testo della nota di ieri riportata ieri all’attenzione del segretario del Pd dalla Fondazione – che il consiglio di amministrazione e il consiglio di indirizzo, organi statutariamente competenti, non soltanto non si sono espressi in ordine all’approvazione del programma di incontri fra lo stesso Scurati, Stefano Boeri, Roberto Speranza e Roberto Saviano, ma non sono mai stati interpellati in argomento dal presidente. Non risponde al vero, come può rilevarsi dalla registrazione audio video della seduta consiliare del giorno 14 giugno scorso, che il prof. Scurati abbia proposto al consiglio di amministrazione tale suo personale programma, così come non risponde al vero che esso sia stato bloccato dal Consiglio di Indirizzo per motivi legati al gradimento politico”.
“La politica non c’entra – sottolineava già ieri la Fondazione – né c’entrano questioni di merito inerenti ai rispettabili ospiti ipotizzati, rilevando invece una questione di correttezza del metodo e di democraticità delle decisioni. Semplicemente l’ex presidente della Fondazione Ravello, scavalcando ruoli e funzioni istituzionali, ha tentato di imporre al Direttore Generale, senza alcuna precedente informativa agli organi della Fondazione e senza alcuna deliberazione collegiale, un ciclo di dibattiti fuori dalla programmazione del Festival ritualmente approvata sulla base della relazione del Direttore Artistico. Non vi sono in questa vicenda martiri della libertà di pensiero, ma più banalmente si presentano palesi violazioni delle norme che governano la vita delle persone giuridiche”.
“I componenti degli organi statutari si riservano ogni più efficace tutela nelle sedi opportune dinanzi a eventuali affermazioni false e diffamatorie – dichiaravano anche ieri – I componenti del Consiglio di amministrazione e del Consiglio di indirizzo sono persone libere e autonome non meno del presidente dimissionario. Probabilmente non a tutti è chiaro che essere liberi presuppone il rispetto delle norme, ivi comprese quelle che delineano ruoli e funzioni ed impongono la collegialità delle decisioni”.