“Le 21 aziende che fanno parte del Gruppo Cdmo- Specialisti della manifattura farmaceutica di Farmindustria producono per grandi gruppi nazionali e internazionali con un export che raggiunge l’80-90% della produzione, in linea con quello dell’industria farmaceutica nel complesso. E abbiamo standard di qualità elevatissimi, approvati e riconosciuti dalle autorità regolatorie europee e americane. Lo afferma all’Adnkronos Salute Giorgio Bruno, confermato alla presidenza del Gruppo Cdmo per il biennio 2021-2023.
Negli ultimi 10 anni le aziende del gruppo sono cresciute moltissimo fino a rappresentare un’eccellenza in Europa e sono specializzate nella produzione, controllo e sviluppo di farmaci per le aziende titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio. “Il valore della produzione farmaceutica nel settore del Cdmo è di 2,3 miliardi totali in Italia. E il numero degli addetti complessivi è di 11.945”, riferisce Bruno.
“Durante la pandemia – sottolinea – le nostre aziende, come tutte quelle dell’industria farmaceutica, non si sono mai fermate. Ci siamo organizzati per garantire a tutti i dipendenti condizioni di lavoro adeguate a quella che era la situazione esterna, rispettando i protocolli e i vari Dpcm. E così abbiamo organizzato i turni di lavoro del personale. Inoltre, abbiamo mantenuto l’offerta di tutti i farmaci tradizionali utilizzati per Covid-19. Parliamo di cortisonici, eparine, antibiotici. Ma abbiamo anche lavorato sui vaccini (riempimento, confezionamento e distribuzione) e sugli anticorpi monoclonali”, aggiunge Bruno. “Il 2020 – rimarca – per il settore è stato quindi un anno che ha visto il comparto impegnato per offrire una gamma molto diversificata di prodotti e tutti ad alta tecnologia”.
Al suo quarto mandato alla guida di Cdmo, il presidente Bruno tiene a precisare che, da qui al 2023, gli obiettivi sono: “Mantenere il vantaggio competitivo che le nostre aziende hanno raggiunto. Usare sempre tecnologie d’avanguardia, continuare a investire in macchinari e impianti, adottando soluzioni tipiche di Industria 4.0. Confermare sempre di più quella che è la nostra capacità in termini di trasferimento tecnologico, e avere la possibilità di attrarre in Italia le produzioni che adesso sono delocalizzate all’estero. Perché offriamo grande qualità sia di prodotto sia di servizi. E un’altra cosa che mi piace sottolineare è che siamo molto più flessibili nel rispondere alle domande del cliente in tempi rapidissimi”.
Il Cdmo è parte integrante della produzione farmaceutica, “perché – conclude Bruno – ben equipaggiato per fare farmaci nuovi. Per me è un onore poterlo rappresentare. Ed è proprio per questo che mi impegnerò da subito per portare il valore del Cdmo all’attenzione delle istituzioni comunitarie a Bruxelles”.