Dopo una Primavera piuttosto fresca e perturbata e una prima fase di giugno movimentata con tante precipitazioni e temperature sottotono, negli ultimi giorni stiamo già sperimentando le prime fiammate di calore.
La domanda sorge spontanea: cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi? Per rispondere a questa domanda dobbiamo affidarci alle così dette proiezioni climatiche sul lungo periodo o previsioni stagionali: un tentativo di predire, con molto anticipo, l’andamento meteorologico a grandi linee su vaste scale areali. Un metodo per effettuare queste previsioni consiste nel valutare una serie di indici (solari, atmosferici, oceanici e altro) e le possibili teleconnessioni (“se in questa parte del pianeta succede così, allora statisticamente dopo po’ di tempo in quell’altra parte del pianeta succederà cosà…”). In Europa leader del settore è il Centro Europeo per la Previsione Meteorologica a Medio termine, ECMWF, di Reading (UK).
Ebbene iniziamo subito col dire che le prossime settimane di giugno e la prima parte di luglio potrebbero risultare quasi “tropicali” a causa di un vasto campo di alta pressione di origine africana che è destinato ad imporsi in maniera sempre più significativa sul bacino del Mediterraneo: se ciò dovesse essere confermato ci aspettiamo valori termici fino a 6°C oltre le medie climatiche di riferimento. Vista l’origine sub-tropicale (interno del Deserto del Sahara) delle masse d’aria, oltre al tanto sole, ci aspettiamo un’ulteriore impennata delle temperature, specialmente al Centro Sud e sulle due Isole maggiori: ciò si tradurrà, verosimilmente, in vere e proprie fiammate di calore, con i termometri pronti a schizzare diffusamente fino a 38/41°C tanto che rischierebbero di “crollare” i record della famigerata estate 2003. Il rovescio della medaglia di questa particolare condizione sinottica è rappresentato dal rischio di eventi meteo estremi.
Questo è il punto fondamentale: con il caldo aumenta anche l’energia potenziale in gioco e soprattutto i contrasti termici vengono particolarmente esaltati creando un mix micidiale per lo sviluppo di imponenti celle temporalesche, alte anche fino a 10/15 km. Questi fenomeni colpiscono spesso aree ristrette, ecco perché diventa fondamentale la previsione meteo nel brevissimo periodo (nowcasting) in modo da allertare nel tempo più rapido possibile le zone potenzialmente coinvolte.
In particolare sulle regioni del Centro-Nord, i rischi maggiori derivano quando, dopo un’ondata di caldo nei bassi strati dell’atmosfera, ristagnano ingenti quantità di umidità e calore. Successivamente, al primo refolo fresco e instabile in quota (solitamente in discesa dal Nord Europa), i moti convettivi (aria calda che sale) favoriscono la genesi di temporali particolarmente violenti, con elevato rischio di grandinate e in alcuni casi, più rari, anche di trombe d’aria.
Al Sud e sulle due Isole Maggiori, invece, il pericolo maggiore è rappresentato dalle alluvioni-lampo. Si tratta di fenomeni in grado di scaricare al suolo in pochissime ore la pioggia che normalmente cade nell’arco di mesi, in maniera improvvisa e circoscritta.
Questa rischia di essere la tendenza anche per il prosieguo della stagione estiva. Infatti, le carte stagionali del Centro Europeo per il prossimo mese di luglio vedono anomalie di temperature fino a +1/1,5°C rispetto alle medie climatiche di riferimento (1993-2016). La causa principale di queste anomalie sarà proprio l’anticiclone africano che dal Deserto del Sahara invia masse d’aria bollenti con alti tassi di umidità. Questo potrebbe tradursi verosimilmente in ondate di caldo in arrivo dall’Africa, con punte massime pronte a schizzare ben oltre i 35°C in Valpadana, sulle zone interne delle due Isole maggiori e su parte del Centro-Sud peninsulare.
L’ultima proiezione conferma la tendenza votata al caldo pure per il mese di agosto, tradizionalmente il clou delle vacanze italiane: ebbene, pare che dovremo fare i conti con temperature ben oltre la media di circa +1°C: di conseguenza, è lecito aspettarsi un mese piuttosto caldo, soprattutto al Centro-Nord. Discorso leggermente diverso per il Sud e per le due Isole maggiori, dove le anomalie risulterebbero più contenute (+0,5°C rispetto alla media di riferimento).
Pur sussistendo un certo margine di aleatorietà, quanto detto è tutto vero; non si tratta di previsioni campate per aria, ma di uno dei principali scenari proposti dall’autorevole Centro Europeo.