Si fa un gran parlare, a ragione, circa la grande protezione che la vaccinazione ‘completa’ (prima e seconda dose), apporta nei confronti di varianti molto diffuse come la brasiliana e l’inglese ma, nelle ultime settimane, non tanto da noi quanto invece in inghilterra, è la variante Delta – conosciuta come ‘indiana’ – a causare problemi seri.
Variante Delta, il virologo: “Qui i vaccini a nostra disposizione soffrono di più”
Come spiega infatti Francesco Menichetti, virologo primario di malattie infettive dell’ospedale di Pisa, “La variante indiana del coronavirus Sars-CoV-2 è conosciuta come la variante con la doppia mutazione: ha la mutazione della californiana e una della brasiliana-sudafricana, e quindi le sue capacità di elusione della risposta anticorpale indotta dal vaccino sono importanti“. Dunque, spiega l’esperto, “Mentre noi sappiamo che il vaccino induce una risposta anticorpale adeguata nei confronti della variante inglese e discreta nei confronti di quella sudafricana, anche se non ottimale, nei confronti dell’indiana, i vaccini a nostra disposizione soffrono di più”.
Variante Delta, il virologo: “In Gb i focolai si sono sviluppati dove è stata fatto una sola dose vaccinale”
E quanto sta accadendo in questi giorni nel Regno Unito (che ha ‘dovuto’ prolungare le chiusure di altre 4 settimane), osserva Menichetti, “Il Paese ha puntato su una politica vaccinale basata su una singola dose, e nel nord si è diffuso un focolaio importante di variante indiana che ha indotto il premier Boris Johnson a rimandare di un mese il calendario delle riaperture e a completare il ciclo vaccinale con le seconde dosi“. E sebbene, aggiunge virologo, “c’è presunzione che il ciclo vaccinale completo sia più adeguato, anche con il ciclo completo di vaccino nel Regno Unito sono stati registrati 12 morti, e questo deve essere di monito a chi ritiene che la battaglia è conclusa ed è stata vinta”.
Variante Delta, il virologo: “La campagna vaccinale dovrà avere dei correttivi…”
Dunque, rimarca lo specialista, “La battaglia è in corso, la campagna vaccinale è in corso e, come ci insegnano le esperienze, dovrà avere dei correttivi. E non è possibile pensare di abbandonare le precauzioni, ovvero distanziamento, aerazione, lavaggio delle mani e mascherina, perché abbandonarle è suicida”.
Variante Delta, in un contea su 10, in Gb 100 contagi ogni 100mila persone
In effetti, in Inghilterra non si registravano così tanti casi di coronavirus come oggi, da marzo. E un apposito studio pubblicato dalla Bbc e dall’Independent, spiega che in una contea su dieci si registrano mediamente 100 contagi ogni 100mila persone. Ne è ovviamente responsabile, come avvertiva Menichetti, la rapida diffusione della variante Delta.
Cè infatti da tener presente che, una volta contagiati dalla variate inglese, il rischio di venire ricoverati in ospedale è quasi doppio rispetto a quello della variante inglese. Tuttavia, si legge, due dosi di vaccino sono in grado di rivelarsi una ‘forte protezione’ (ma non totale).
Variante Delta, è del 60% più contagiosa ed aggressiva della variante inglese
Come rivela infatti una ricerca pubblicata su Lancet, ora in Inghilterra, la variante indiana è la forma virale predominante del coronavirus, con una contagiosità 60% più contagiosa di quella inglese. Come le precedenti varianti del virus, anche nel caso di quella indiana. Dunque l’unica possibilità è rappresentata dalla vaccinazione ‘completa’ anche se, m spiegano gli esperti inglesi, occorrono almeno 28 giorni dopo la somministrazione della prima dose per riscontrare forti effetti di protezione contro la variante indiana.
Variante Delta, meno vaccino riduce il tempo di sviluppo degli anticorpi…
Nello specifico, in termini di contrasto alla ‘Delta, In particolare, il Pfizer-BioNTech sviluppa una protezione del 79% (contro il 92% registrato invece nel confronti dell’inglese). L’Oxford-AstraZeneca invece, garantisce contro l’indiana una protezione del 60% (il 73% per la variante inglese). Quindi, spiegano gli esperti, il minor effetto del vaccino potrebbe riflettere il fatto che occorre più tempo per sviluppare l’immunità dopo aver ricevuto il vaccino di Oxford
Variante Delta, il prof. Aziz Sheikh: “Due dosi di vaccino aiutano ad evitare il ricovero in ospedale”
A tal proposto, ha spiegato il direttore dell’Usher Institute dell’Università di Edimburgo (e responsabile dello studio EAVE II), il prof. Aziz Sheikh, “Nel giro di poche settimane la variante Delta è diventata il ceppo dominante di coronavirus in Scozia. Purtroppo è associato a un aumento del rischio di ospedalizzazione. Anche se forse non sono efficaci come contro le altre varianti, due dosi dei vaccini Pfizer/BioNTech e Oxford/AstraZeneca offrono ancora una protezione sostanziale contro il rischio di infezione e ricovero”.
Max