Il mondo accademico plaude ai rumors di una rapida istituzione di un’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) che potrebbe arrivare con il via libera al decreto già nel prossimo Consiglio dei Ministri. “Auspico davvero che l’Acn – se si chiamerà così- nasca al più presto ma soprattutto che vengano riversate nell’Agenzia le risorse necessarie perché a creare targhe si fa molto in fretta in Italia ma poi servono fondi e competenze” commenta all’Adnkronos Stefano Zanero, professore associato di Computer Security al Politecnico di Milano. “Se approderà davvero nel prossimo Cdm il decreto per l’istituzione dell’Agenzia per la cybersecurity il nostro Paese avrà risposto ad una esigenza interna ma anche alla richiesta dell’Ue agli Stati membri di un collegamento nazionale al nuovo Cybersecurity Competence Centre and Network basato a Bucarest, in Romania” spiega il professore del Politecnico di Milano.
Zanero inoltre ricorda che l’Agenzia italiana per la cybersicurezza “ha avuto una genesi un po’ travagliata, coincisa in qualche modo anche con la ‘caduta’ dell’ex premier Giuseppe Conte”. E adesso, argomenta, “un via libera del governo Draghi all’Acn avrebbe sia un riflesso interno – in termini di sicurezza – sia un riflesso europeo. Il Centro di eccellenza Ue di Bucarest – che è una sorta di Agenzia come l’Ema – deve infatti poter contare su una rete di collegamento con Centri nazionali. Dunque anche l’Italia dovrà rispondere a questa esigenza”. E “non basterà il via libera del Cdm – quando arriverà – ma saranno necessari mesi per vedere concretamente come si tradurrà questa proposta di istituire una Agenzia Nazionale per la Cybersecurity”.
Mesi, spiega Zanero, necessari “sia per vedere declinata l’Acn sul fronte della sicurezza dei dati dei cittadini che sul fronte della gestione dei dati della Pubblica amministrazione”. E servirà tempo “anche riguardo al necessario coordinamento pubblico-privato perché le aziende private non possono essere lasciate sole a difendere dati strategici pubblici”. Nell’istituire un’Agenzia nazionale per la cybersecurity, Zanero auspica inoltre che “non ci si dimentichi la componente della ricerca tecnico-scientifica”. “Le Università italiane -rimarca il professore- esprimono eccellenze riconosciute a livello internazionale sui temi della cybersecurity. Inoltre docenti e ricercatori sono risorse umane pubbliche, sono dipendenti pubblici, e gli atenei sarebbero ben contenti di creare una sinergia con gli obiettivi di una Agenzia Nazionale”.
“Ritengo comunque importante creare una Agenzia che rappresenti un centro di competenze legale, gestionale e politico ma ritengo altrettanto importante che una Agenzia nazionale abbia al suo interno anche una forte natura tecnica” sottolinea ancora. Infine Zanero porta sul tavolo anche l’argomento della “attuale frammentazione” della governance della sicurezza informatica nel nostro Paese: “Esistono già varie strutture create negli anni ma l’Agenzia dovrà riassumere in un unico punto competenze e funzioni necessarie agli obiettivi”. (di Andreana d’Aquino)