Rebus segreteria per Giuseppe Conte, che dopo aver ‘vinto’ il braccio di ferro con Davide Casaleggio – ottenendo il trasferimento da Rousseau al Movimento 5 Stelle dei dati degli iscritti – è ora alle prese con i prossimi step del travagliato percorso rifondativo: a partire dalla composizione della squadra che dovrà coadiuvare il futuro leader pentastellato. E qui, per l’ex premier, potrebbero già arrivare i primi grattacapi.
Una larga fetta di parlamentari M5S chiede discontinuità rispetto al passato: tant’è vero che le indiscrezioni circa un possibile ingresso del reggente Vito Crimi nella segreteria di Conte sono state accolte con forte disappunto. “Ci auguriamo – è l’auspicio di una fonte parlamentare – che la nuova squadra non sia il solito cerchio magico di fedelissimi…”. “Se nell’organo di vertice dovessero entrare personaggi divisivi sarà rivolta”, assicura un altro deputato.
Molti invocano un voto della base per la scelta dei componenti del ‘team’. Ne parla apertamente con l’Adnkronos l’europarlamentare Dino Giarrusso: “Ho assoluta fiducia in Conte e sono certo che la nuova segreteria di cui si sta parlando in queste ore dovrà necessariamente rispecchiare il volere della nostra base, attivisti ed iscritti… Mi auguro che la segreteria nazionale possa essere votata – se non in toto almeno in parte – sulla nuova piattaforma e ritengo sia assolutamente necessario invece che tutta la struttura locale venga votata dalla base”, dice l’ex ‘Iena’, ribadendo che gli iscritti “restano i padroni del Movimento”.
Ad ogni modo l’ex inquilino di Palazzo Chigi darà la sua impronta alla segreteria, con l’innesto di figure nuove e garantendo una forte presenza femminile. Viene considerato molto probabile, per esempio, l’ingresso dell’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, per la quale si parla anche di un possibile futuro ruolo come capogruppo alla Camera: “Vedremo…”, si limita a rispondere la diretta interessata. Molto attiva in questi giorni la vicepresidente del Senato Paola Taverna, altra fedelissima di Conte.
Potrebbe essere della partita anche la prima cittadina torinese Chiara Appendino: “Sono sindaca e porto avanti mio mandato se ci sarà la possibilità e le condizioni non farò mancare mio contributo come tantissimi attivisti e chi ha fatto parte del Movimento in questi anni”, ha spiegato oggi. Nella lista dei papabili ci sono anche esponenti del governo Conte II come il senatore Mario Turco (pugliese, ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla programmazione economica) e il deputato lombardo Stefano Buffagni (ex viceministro dello Sviluppo economico).
Non è ancora chiaro se il ministro degli Esteri Luigi Di Maio entrerà a far parte della segreteria di Conte. Nella sua intervista di lunedì al Corriere della Sera, il leader in pectore del M5S ha smentito, ancora una volta, le voci sul dualismo con il titolare della Farnesina: “In realtà – ha sottolineato Conte – abbiamo sempre lavorato fianco a fianco e siate certi che Luigi darà il suo contributo fondamentale anche al nuovo Movimento”. “Ma Di Maio avrebbe molto da perdere e ben poco da guadagnare se accettasse un posto in squadra”, osserva un parlamentare che conosce bene l’ex capo politico di Pomigliano d’Arco.
Nel frattempo Conte prepara la road map verso la sua ‘incoronazione’ come leader del M5S. Nei prossimi giorni i tecnici del Movimento 5 Stelle proseguiranno il lavoro di verifica dei dati degli iscritti trasmessi dall’Associazione Rousseau, in modo da predisporre, come spiegato dallo stesso Conte, “le attività preliminari alle operazioni di voto” (il dossier è stato affidato alla società viterbese Isa srl). Successivamente ci sarà la presentazione del nuovo Statuto e della Carta dei valori nel corso di un evento pubblico a Roma – la location è in via di definizione. E, alla fine, il voto degli iscritti prima sullo Statuto e poi sulla leadership di Conte: l’obiettivo è concludere l’iter entro la fine di giugno, problemi tecnici permettendo.
Ma un altro nodo è legato al finanziamento del nuovo progetto contiano e al pagamento dei ‘debiti’ nei confronti di Rousseau. Il M5S ha siglato un accordo con la piattaforma di Casaleggio accettando di versare circa 250mila euro (più spese legali) nelle casse della no profit per coprire una parte dei debiti accumulati a causa dei mancati versamenti degli eletti, in cambio dei dati degli iscritti. Le indiscrezioni sull’entità dell’accordo però hanno creato scompiglio tra deputati e senatori che non vogliono più saperne di Casaleggio e della sua ‘creatura’.
Inoltre, resta ancora al palo la campagna di finanziamento interna: ogni parlamentare 5 Stelle deve versare al partito mille euro al mese, ma senza garanzie su una possibile deroga alla regola dei due mandati difficilmente gli eletti metteranno mano al portafogli. Anche per questo, raccontano, Conte starebbe accarezzando l’idea di aderire al sistema di finanziamento del 2Xmille, rottamando uno degli ultimi tabu rimasti al movimento. (di Antonio Atte)