Qualcuno opporrà giustamente che, nella lotta ai contagi da coronavirus, i vaccini hanno fatto la loro parte, e ci mancherebbe che non sia così.
Ora poi, con l’avvento dell’estate, come dimostra il report quotidiano del ministero della Salute, ci si sente persino ‘tentati’ ad affermare che il Covid sembra esser stato finalmente ‘quasi’ debellato. Ovviamente sappiamo che non è così, che ci sono le varianti, e che bisogna ancora fare molto.
Tuttavia, proprio alla luce di questo ‘felice momento’, inizia veramente ad infastidire l’atteggiamento di ‘grande urgenza’ che caratterizza ogni sortita pubblica dell’algido generale Figliuolo, le cui grandi capacità manageriali sono comunque riconosciute.
Vaccini:, Figliuolo alla V Commissione: “consegnate 28,3 milioni di dosi”
Molto più ‘ufficiale’ che alpino (storico corpo militare caratterizzato dal sorriso e dall’umanità dei suoi appartenenti), è abbastanza ovvio che il Commissario stia eseguendo ‘precisi comandi’, e dunque da buon militare persegue la riuscita dei suoi obiettivi, come dire, ‘costi quel che costi’.
E dunque ecco che l’emergenza sembra quasi essersi trasformata in un’ossessiva ‘caccia al record’, dove tuti noi rappresentiamo le pedine di un ‘risiko’ dove, al posto delle trincee sono raffigurati gli hub vaccinali!
Non a caso, intervenendo stamane alla Camera, presso la V Commissione (deputata al Bilancio, al Tesoro ed alla Programmazione), la prima espressione è stata “consegnate 28,3 milioni di dosi”.
Vaccini: non è esclusa in divenire la possibilità di dover fare una terza dose
Dunque se non la ‘guerra’, almeno la battaglia, è stata sicuramente vinta: “Eventuali criticità – ha quindi precisato il Generale – costituiscono un’enorme carica motivazionale che ci spinge ogni giorno a fare sempre di più nella massima trasparenza, rigorosità e nel pieno rispetto della legge. La poderosa e complessa macchina della struttura commissariale si sta rivelando uno strumento efficace e straordinario” dunque, ha poi aggiunto, “Questa macchina deve condurre gradualmente nei prossimi mesi a un binario di ordinaria gestione dell’attività vaccinale futura che, stante gli attuali scenari, potrebbe prevedere la necessità di almeno un’ulteriore dose di richiamo”. Già, ancora non completiamo l’opera ma già sappiamo fin da oggi che, ogni probabilità, ci si prospetta una terza dose del vaccino anti-Covid.
Vaccini: una ‘missione’ perseguita con ‘onore’ contro un nemico insidioso
Quindi, sempre da buon ufficiale militare, Figliuolo ha tenuto a rimarcare che “E’ un onore servire il Paese per questa importantissima missione: sento sulla mia pelle la grande responsabilità e, soprattutto, quanto gli Italiani si aspettano in questo particolarissimo momento. La pandemia, infatti, ha mietuto centinaia di miglia di vittime in tutto il mondo, incidendo profondamente sulla vita quotidiana della popolazione e sulla capacità produttiva di tutti gli Stati, ‘frammentando la società’”. Quindi, ha proseguito, pronunciando una frase ‘sibillina’, che fa venire i brividi: “Ritengo imprescindibile, in tale ottica, che l’esecuzione del piano vaccinale coinvolga capillarmente tutte le realtà, proprio per far sentire la presenza dello Stato e delle Istituzioni in questo momento storico di particolare difficoltà”.
Vaccini: se la distribuzione rispetta i tempi stabiliti raggiungeremo il previsionale
Quindi il Commissario si è poi addentrato nei costi e nella logistica di questa campagna vaccinale: ”Al termine del Primo trimestre del 2021, abbiamo ricevuto 14,18 milioni di dosi. Pfizer e Moderna hanno fornito quantitativi sostanzialmente in linea con la programmazione (8,75 milioni per Pfizer e 1,33 milioni per Moderna), mentre Vaxzevria (ex AstraZeneca), è risultata deficitaria di 1,24 milioni di dosi (4,11 milioni anziché 5,35 milioni)” mentre, “Il previsionale del Secondo trimestre in base agli accordi preliminari di acquisto, prevede 54,7 milioni di dosi complessive delle citate tre aziende fornitrici, unitamente a Johnson&Johnson, le cui somministrazioni sono iniziate dopo la metà di aprile. Ad oggi, nel periodo aprile-maggio (2 mesi su 3 del Q2), sono state consegnate di Pfizer circa 19 milioni di dosi; di Moderna circa 2,5 milioni; di Vaxzevria circa 5,2 milioni; di Johnson&Johnson circa 1,6 milioni per complessive 28,3 milioni di dosi”. “Va da sé – ha concluso – che la progressione del piano nei tempi previsti, o più rapidi, non possa prescindere dalla consegna delle dosi necessarie, con distribuzione omogenea nel tempo, per garantire un regime di somministrazioni costante“.
Vaccini: una buona pianificazione all’origine di una campagna in continua crescita
E qui il Generale ha tra le righe ha esposto il ‘problema’ relativo alla quantità di persone che, per essendo fra le categorie vaccinabili, per un motivo o un altro (probabilmente perché rifiutano di farlo!), non risultano invece ancora immunizzate. A tal scopo, ha quindi affermato, “Mi preme rilevare l’importanza della pianificazione che è alla base della sostenibilità della campagna vaccinale. Infatti, è solo attraverso il corretto equilibrio tra la progressività dell’incremento delle potenzialità di somministrazione e della disponibilità di dosi che gli obiettivi prefissati in termini di inoculazioni giornaliere possono essere ottenuti. Per tale ragione, la continua attività di pianificazione svolta dalla Struttura Commissariale è resa nota alle Regioni attraverso la comunicazione dei valori target da conseguire ogni settimana“.
Vaccini: sta alla Regioni saper intercettare quanti ancora non vaccinati
Dunque, laddove non si è potuti arrivare intercettando la ‘disponibilità’ degli italiani, il commissario si è rivolto alle Regioni, chiedendo loro di rintracciare sia “le persone vulnerabili”, che quelle “poco avvezze all’uso dei sistemi informatici per la vaccinazione, verificando contestualmente il fenomeno delle mancate adesioni”. Questo perché, “E’ probabile che permarranno minime percentuali di non raggiungibili (alla luce di mancate adesioni e di chi non può essere vaccinato per altre motivazioni, magari di carattere sanitario)”.
Vaccini: l’esempio calabrese, dove l’esercito ha preso in mano la situazione…
Ed infatti il Generale ha portato un esempio ‘eloquente’: “Nel corso della mia visita in Calabria, ad esempio, regione commissariata dal 2010 che continua a vivere rilevanti difficoltà nel settore sanitario, mi è stata rappresentata la necessità di ulteriore personale sanitario militare, da impiegare nelle zone interne della Regione“. Così, ha spiegato, sono stati “impiegati team mobili di vaccinatori dell’Esercito nei Comuni dell’area interna, che operano nelle diverse province ove è maggiormente richiesto. Sempre per quanto riguarda la Calabria, ho emanato l’Ordinanza n. 5 in data 7 aprile u.s., con la quale la Protezione Civile regionale è stata nominata Soggetto attuatore per l’implementazione del piano vaccinale, mediante l’apertura di 3 hub vaccinali sul territorio regionale, con oneri e costi a carico della Struttura Commissariale (l’attuazione dell’attività sta avvenendo mediante una Convenzione tra la Protezione Civile Calabria e il Comitato regionale della Croce Rossa Italiana)”.
Certo, detto tra noi, se avesse potuto lavorare ad un qualcosa imposto dal governo come ‘obbligatorio’, oggi sarebbe stato differente… Nel frattempo nel mirino ora sono comparse le sagome dei nostri figli appena 12enni…
Max