Zona bianca per Veneto, Abruzzo, Liguria e Umbria da oggi, lunedì 7 giugno. Diventano 7 le regioni nella zona con regole più morbide, compresa l’abolizione del coprifuoco che nelle regioni in zona gialla da oggi viene spostato a mezzanotte, in attesa di essere totalmente rimosso tra 2 settimane. Per le regioni in zona bianca – anche Sardegna, Molise e Friuli Venezia Giulia – regole meno vincolanti per i ristoranti: nessun limite alle presenze al tavolo all’aperto, 6 commensali al tavolo se il locale al chiuso. I locali pubblici potranno osservare orari liberi.
Il passo ulteriore verso la normalità arriva dopo una giornata in cui sono stati registrati 2.275 i contagi da coronavirus in tutto il paese. Segnalati altri altri 51 morti. I nuovi casi sono stati individuati con 149.958 tamponi, il tasso di positività è all’1,5%. I ricoverati con sintomi sono 4.963 (-230). Nelle ultime 24 ore registrati 20 ingressi in terapia intensiva (-14 di occupazione).
L’epidemia continua a rallentare mentre prosegue la campagna di vaccinazione, con un’altra giornata all’insegna delle 600mila dosi quotidiane, vaccino più vaccino meno. In totale, dall’inizio dell”operazione’, sono state somministrate 38.032.517 dosi, oltre il 90% delle 41.987.609 consegnate.
L’obiettivo è tenere il passo e accelerare ulteriormente. In questo modo “luglio sarà la svolta completa e assoluta, ricominciamo a vivere”, come ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, a Domenica In. Il numero dei decessi quotidiani, sebbene in calo, continua a impressionare. “Ma un mese e mezzo fa i morti erano 400. I numeri stanno calando in maniera drastica. Tre regioni -Valle d’Aosta, Molise e Basilicata- non hanno pazienti covid in terapia intensiva. La media nazionale di occupazione delle terapie intensive e dei reparti è del 9%”, ha detto Sileri snocciolando dati. “Per le varianti si preoccupa lo stato, stiamo monitorando. La popolazione deve sentirsi protetta grazie alla vaccinazione, lasciamoci il terrore alle spalle e ricominciamo a vivere. Luglio sarà la svolta completa e assoluta, avremo oltre metà della popolazione con una dose di vaccino. Completeremo per settembre-ottobre raggiungendo l’immunità di comunità”, ha aggiunto.
A completare il quadro, il dato secondo cui la protezione dei vaccini covid dura anche nel tempo, a 4 mesi dalla somministrazione della dose. “A partire dai 105-112 giorni dalla vaccinazione si osserva una ulteriore riduzione del rischio di diagnosi, con un effetto simile negli uomini, nelle donne e in persone in diverse fasce di età”, come emerge dal secondo rapporto del gruppo di lavoro ‘Sorveglianza vaccini Covid-19′ dell’Istituto Superiore di Sanita’ e del ministero della Salute, che aggiorna il report del 15 maggio scorso e che si riferisce a circa 14 milioni di persone vaccinate con almeno una dose.
“Al momento – sottolinea l’Iss – non vengono rilevati aumenti nel rischio di diagnosi nei periodi di osservazione più lunghi dopo la vaccinazione, questo suggerisce una protezione protratta nel tempo”.
A quanto emerge dal report, “i rischi di infezione da SarsCoV2, ricovero, ammissione in terapia intensiva e decesso diminuiscono rapidamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose”, mentre, dopo i 35 giorni, “si osserva una stabilizzazione di questa riduzione, che è di circa l’80% per il rischio di diagnosi, il 90% per il rischio di ricovero e di ammissione in terapia intensiva e il 95% per il rischio di decesso”.