E’ “importante” vaccinare i ragazzi contro Covid “per vari motivi” che vanno dalla “protezione individuale” alla “sicurezza generale”, visto che “dobbiamo vaccinare quanto più possibile per aumentare la quota dell’immunità di gregge e per bloccare la circolazione del virus evitando anche la possibilità di sviluppare ulteriori varianti”. Quanto all’opportunità di imporre l’iniezione scudo, però, “il mio parere personale è: non ancora. Considerando che il rapporto beneficio-rischio” del vaccino per loro “è più basso rispetto a popolazioni più a rischio, io per ora non lo renderei obbligatorio”. E’ la posizione espressa da Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), intervenuta oggi a ‘Buongiorno’ su Sky Tg24, dopo il via libera al vaccino per i 12-15enni (dai 16 anni in su era già autorizzato) e le prime aperture delle campagne vaccinali a questa fascia d’età.
Il suo è un no all’obbligo in questo momento “non perché è pericoloso” il vaccino, puntualizza, “ma perché dobbiamo ancora vaccinare completamente le fasce più fragili e poi, di fronte alla disponibilità massima di vaccini, valutare l’opportunità dell’obbligatorietà. Ma questo” tipo di decisione “spetta anche a organi” istituzionali come “il ministero della Salute”.
Staiano si sente di “rassicurare” i genitori “sugli effetti collaterali del vaccino, perché quelli riportati nei trial sperimentali sono minimi e uguali ad altri tipi di vaccinazioni – sottolinea – Ci sono alcuni articoli che parlano di possibili miocarditi, però l’ente sia americano che europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie sta esaminando questo rapporto e ha già prodotto un documento dove non si evince un nesso specifico fra questi casi riportati di miocarditi e il vaccino anti-Covid”.
Staiano mette poi l’accento sugli ‘effetti collaterali’ della pandemia, spiegando che il Covid-19 “ha determinato di sicuro manifestazioni ed effetti diretti più lievi nella fascia pediatrica, ma effetti indiretti molto gravi, come l’alterazione dello stile di vita”. L’esperta ha parlato di stili di vita alterati dall’impatto di Sars-CoV-2 per i più giovani. Un’alterazione che si osserva su alcuni aspetti fondamentali, ha evidenziato: il primo è “l’alimentazione: durante la pandemia, con il lockdown, i programmi alimentari si sono completamente alterati, con un aumento di sovrappeso e obesità”. E così anche “la sedentarietà – ha spiegato Staiano – ha portato ad un aumento dell’obesità”. La pandemia “ha ridotto l’attività fisica, che è importante” per i ragazzi e per il mantenimento di uno stile di vita corretto.
Ecco perché, ha ribadito, è importante vaccinare i ragazzi al più presto e prima che si apra un nuovo anno scolastico: “Tornare a scuola in sicurezza è importante: diamo ai ragazzi di nuovo una qualità di vita ottimale, facciamoli ritornare a una vita più normale possibile. E tornare a scuola in sicurezza significa normalità per questi ragazzi”. Un ritorno alla vita che passa “sicuramente” anche dalla campagna di vaccinazione per i più piccoli, ha concluso.