“Il Sottosegretario non riferisce il vero”. Con queste parole l’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina rispondendo all’Adnkronos liquida le accuse del sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso relativamente alla vicenda innescata da Simon Levis Sullam, il docente dell’università Ca’ Foscari che ha postato una foto dei libri di Giorgia Meloni a testa in giù, e che secondo l’esponente della Lega avrebbe avuto un presunto legame con il ministero dell’Istruzione in quanto sarebbe stato chiamato a gennaio scorso dall’Azzolina come esperto e componente della commissione incaricata di rivedere la didattica della storia per le scuole.
L’ex ministra rimanda al commento della vicenda in un post su Facebook ed afferma: “Ennesima polemica inventata dal sottosegretario Sasso. Mi accusa di aver portato al Ministero dell’istruzione, con un incarico da consulente e come componente della commissione sulla Storia, il docente che ha postato una foto dei libri di Giorgia Meloni a testa in giù. Non condivido quel comportamento, ma la questione è un’altra ed è molto semplice: non ho mai conferito alcun incarico da consulente, come asserisce il Sottosegretario amante di Dante, o meglio, di Topolino, né formalizzato alcun decreto istitutivo della commissione ministeriale sulla Storia, ufficialmente istituita invece solo pochi giorni fa”.
“Con l’avvento della pandemia – prosegue – anche le metodologie di apprendimento sono mutate e tutto ciò non poteva non esser tenuto in considerazione anche nella riflessione sulla scelta dei componenti. Non a caso non era stata fatta. Sasso si informi prima di scrivere sciocchezze. Non può un sottosegretario basarsi su indiscrezioni di stampa. Dimostra di non avere idea di cosa succeda al Ministero, e non è la prima volta. Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, lo informi delle sue scelte, così da evitare continue gaffes al suo sottosegretario”.
“Che Sasso sia, lui sì, responsabile di scelte sconsiderate sulle persone che ha cercato di portare al Ministero è cosa nota, avendo costretto il Ministro in carica, sull’onda dell’indignazione generale, alla revoca di una sua nomina, financo illegittima. Ma questo non lo autorizza a dire falsità. Taccia e chieda scusa – sollecita Azzolina – Piuttosto, lo invito a concentrarsi, insieme al sodale di partito Durigon, a voler chiarire quanto emerso già settimane fa a seguito dell’inchiesta di Fanpage”.