Contro la variante indiana, due dosi di vaccino anti-Covid offrono protezione. “La variante indiana, per quanto di nostra conoscenza, mostra una trasmissibilità più elevata rispetto a quella inglese però non sembra diminuire in maniera più sostanziale l’efficacia dei vaccini: due dosi di vaccino proteggono bene dalla variante indiana” ha sottolineato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, in conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della Cabina di Regia. “Quello che forse può avere un effetto parziale maggiore è quella sudafricana che in Italia praticamente non sta circolando”.
“Pur nella cautela che abbiamo sempre mantenuto, dobbiamo riconoscere che la situazione epidemiologica sta decisamente migliorando. Rt è ben al di sotto dell’unità, ci piacerebbe magari che fosse a 0.4-0.5. Questo 0.72 vuol dire che la trasmissione è, in questo momento, in declino. A questo corrisponde una diminuzione, più veloce, del tasso d’incidenza, vicino al 50 per 100mila” ha spiegato Rezza.
“La campagna vaccinale sta dando i suoi frutti. Stiamo vaccinando per proteggere. In questo modo si abbatte soprattutto il carico di malattia grave, come è testimoniato dalla decongestione del tasso di occupazione in area medica e in terapia intensiva”. E allo stesso tempo, ha aggiunto, “si sta cominciando a vedere un effetto iniziale sulla diminuzione della trasmissione. Per vedere un effetto forte sulla riduzione della trasmissione, bisognerà vaccinare sempre di più strati di popolazione giovanile, cosa che, una volta messa in sicurezza la popolazione più fragile e a rischio, si potrà fare. Credo nel prossimo mese, quando è previsto l’arrivo di un maggior numero di vaccini, si potrà cominciare a vaccinare di più nella fascia giovanile”. Quindi, ha concluso, “bisogna continuare ad andare avanti con la campagna vaccinale, ma anche mantenere il pieno regime del tracciamento dell’infezione. Non bisogna da questo punto di vista abbassare la guardia”.