Per il 48 per cento degli europei vaccinarsi può dare spesso gravi effetti collaterali mentre il 38 per cento pensa che possano provocare le malattie dalle quali proteggono. Lo rivela il primo Eurobarometro sugli atteggiamenti nei confronti dei vaccini. Convinzioni che vanno sfatate secondo Rocco Russo, coordinatore del tavolo tecnico sulle vaccinazioni della Società Italiana di pediatria e pediatra nella Asl di Benevento che è intervenuto al 76° Congresso Italiano di Pediatria in corso a Roma fino al 28 maggio, intervenendo alla tavola rotonda “Formazione, comunicazione nella pediatria: quali modalità e quali strumenti”.
“Noi sappiamo che le malattie infettive nel ventesimo secolo hanno avuto un netto aumento legato a tanti fattori che vanno dai viaggi internazionali fino ai cambiamenti temporali – ha sottolineato Russo – ma fortunatamente abbiamo avuto anche una netta riduzione di queste malattie infettive e questo è legato ad altrettanti fattori tra cui le vaccinazioni. Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che grazie alle vaccinazioni sono stati evitati nel nostro paese 4 milioni di casi dal ‘900 al 2015 oltre a tantissimi decessi”.
Le vaccinazioni purtroppo sono vittime del loro stesso successo e una delle criticità che viene sollevata per quanto riguarda il percorso vaccinale è l’esitazione vaccinale. Un problema molto importante, tanto è vero che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità la ritiene tra le 10 minacce alla salute globale.
“I movimenti anti vaccinali sono sempre esistiti da quando sono nate le vaccinazioni, ma se queste esitazioni potevano essere comprensibili da chi è vissuto nel 1892 perché allora non avevano evidenze scientifiche a supporto della loro tesi, oggi invece non è accettabile alla luce delle nuove evidenze”.
“Sappiamo che ci confrontiamo con vari livelli di consapevolezza della gestione delle vaccinazioni da parte del genitore – ha spiegato Russo – abbiamo i favorevoli (70%) che hanno un’alta fiducia nei servizi sanitari vaccinali, gli incerti (25%) e i contrari (5%) che rigettano totalmente i vaccini. Come pediatri bisogna prestare molta attenzione a quelli che sono i meccanismi che stanno alla base della comunicazione con i genitori. Uno studio europeo ha infatti mostrato che i genitori che hanno dubbi sulle vaccinazioni sono orientati a rivolgersi al loro medico di medicina generale o al pediatra. Evidenza che noi abbiamo un ruolo di fondamentale importanza, evidenziato anche in un’altra survey fatta su 3.130 questionari dove emerge chiaramente che i principali fattori associati alla condizione di esitazione erano legati a genitori che non avevano ricevuto da parte del pediatra una piena raccomandazione a vaccinare il figlio. Come pediatri abbiamo il compito di conoscere il punto di vista dei genitori, dobbiamo essere consapevoli delle loro perplessità e non abbandonare gli scettici ma piuttosto cercare di lasciare una porta aperta perché questi soggetti possano acquisire la consapevolezza della vaccinazione. Dobbiamo essere in grado di generare dei messaggi facili e semplici, non dobbiamo spaventare il genitore, ma rafforzare la capacità di condurre l’attenzione di coloro che sono perplessi sulle conseguenze delle malattie prevenibili da vaccino”.
“Come Società italiana di pediatria – ha precisato Russo – abbiamo messo in atto delle campagne di sensibilizzazione per far comprendere ai genitori la differenza tra l’obbligo vaccinale per l’accesso a scuola e il valore della vaccinazione come piano nazionale vaccini. Per fare questo abbiamo però bisogno di conoscere in modo chiaro il tema dei vaccini e quindi dobbiamo essere adeguatamente informati ed aggiornati sull’evoluzione in campo vaccinale. E soprattutto dobbiamo avere un sistema vaccinale che sia ben strutturato e che possa garantire un’offerta attiva delle vaccinazioni”.